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Giorgio Graziani (Cisl ER): “A chi serve uno sciopero politico?”

Ci risiamo, invece di discutere di contenuto e di merito, specie in un momento così drammatico per la vita economica e sociale del nostro paese, c’è chi ha deciso di scendere nuovamente nell’agone politico. Forse sarebbe utile chiedersi se i lavoratori e i pensionati che rappresentiamo possano trarre un minimo beneficio da un’azione totalmente legata ad un vetusto preconcetto di natura ideologica”.

Sia ben chiaro, la Cisl non ha certo abdicato dalla discussione sull’art.18 (abbiamo già dichiarato a più riprese che è impensabile anche solo parlare di eliminare l’art.18 per i licenziamenti discriminatori, per quelli disciplinari ingiustificati, e, completamente, per quelli economici, così come abbiamo ribadito a più riprese l’adeguatezza della norma sull’arbitrato), ma nello stesso tempo riteniamo che abbiano un’assoluta priorità l’eliminazione della precarietà, la riduzione drastica delle tasse per lavoratori e pensionati, gli ammortizzatori sociali per tutti e, soprattutto, l’adozione di concrete azioni per la crescita e lo sviluppo di questa regione.

L’investimento della Philip Morris rappresenta una grande opportunità non solo per il territorio bolognese, ma per l’intera Emilia Romagna, e non si può correre il rischio che rimanga un caso quasi isolato legato più a congiunture favorevoli che a una quanto mai necessaria visione strategica di natura politica ed economica.

Da questo punto di vista, occorre dire che molti sono i punti che il sindacato, unitariamente, potrebbe proporre per indirizzare e condizionare le politiche fatte dal Governo, ma la Cisl è “solo un sindacato” e preferisce contrapporsi con soluzioni alternative fondate su contenuti solidi piuttosto che prestare il fianco a strumentalizzazioni ideologiche.

 

(Giorgio Graziani, Segretario generale Cisl ER)

















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