“L’espressione Buona Scuola l’approviamo, visto che da tempo dedichiamo convegni proprio al tema… soprattutto in riferimento al problema pressante per il nostro Paese dell’abbandono, della dispersione e dell’insuccesso formativo.
Le linee guida sono accattivanti, ambiziose, per l’assunzione/stabilizzazione dei precari, da sempre fortemente auspicata da Cisl Scuola. Tuttavia non possiamo rischiare di illudere le aspettative di migliaia di persone e ribattiamo: qual è la contropartita? Pensionamenti a 80 anni? Blocco dei contratti per decenni?
Le supplenze brevi nel tempo si sono ridotte, perché diversi docenti dichiarano la propria disponibilità ad effettuare ore aggiuntive; chi lavora nella scuola sa però che non si possono eliminare in toto. Ci sono situazioni, momenti e realtà scolastiche in affanno (zone disagiate ad esempio, diversi docenti con orario ridotto per legge 104, per allattamento, permessi ecc.).
Sulla formazione ci siamo sempre espressi positivamente, promuovendola e raccomandandola come diritto/dovere anche per far fronte ai continui cambiamenti nella Scuola, alla complessità ed eterogeneità delle classi.
Va bene pensare ad incentivi economici non basati solo sull’anzianità, però neppure ignorarla, perché, comunque, costituisce esperienza professionale. Il riferimento “ad incentivi economici basati sulla qualità della didattica, la formazione in servizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola” può suscitare delle perplessità. Cosa si intende per qualità della didattica? Qualche perplessità, anche, sulla figura del mentor (docente che si occupa di valutazione, formazione, e che aiuta il preside ) l’abbiamo, come pure sul concetto di “docenti mediamente bravi”.
“Il dirigente scolastico, consultati gli organi collegiali, potrà in tal modo chiamare nella sua scuola i docenti con un curriculum coerente con le attività con cui intenda realizzare l’autonomia e la flessibilità della scuola. In questo modo le scuole potranno utilizzare la leva più efficace per migliorare la qualità dell’insegnamento: la scelta delle persone” : anche su questo punto siamo pronti a discutere.
Sul concetto di Scuola inclusiva, non possiamo che concordare. La Scuola, da tempo, “vive” ed affronta, con impegno e sacrificio, la disabilità, il disagio, i disturbi specifici di apprendimento (DSA) e Bes (Bisogni educativi speciali). Ci conforta sapere che questo impegno è stato preso in considerazione.
Nulla si afferma relativamente al personale ATA (collaboratori scolastici, amministrativi, segretari): eppure alla Buona Scuola possono concorrere anche loro.
Buona l’idea della consultazione di studenti, docenti, presidi, genitori, per sentirne il parere. Peccato che, nel dibattito/confronto non siano contemplati i Sindacati, che comunque, rappresentano e tutelano i lavoratori.
E’ necessario che prevalgano solidarietà ed unità tra il personale della Scuola, lasciando da parte accuse, strumentalizzazioni e recriminazioni, cercando di non diffondere spot o slogan, tralasciando interessi personali o miopi e lavorare, con serenità, per il bene dei nostri giovani, vero “patrimonio” del Paese.”
Mariarita Bortolani (Segretaria Cisl Scuola RE)