Cgil riceve dalla RSU di Coca Cola Campogalliano, e ci trasmette, la lettera di denuncia di una lavoratrice relativamente alla procedura che riguarda la chiusura della sede di Campogalliano e le contraddizioni dell’azienda sul lavoro femminile.
“Nella società attenta a quanto di rosa è colorato il lavoro il vantaggio di un azienda deriva anche dalla sensibilità ad utilizzare tavolozze sempre ben equilibrate. Il rosa, in questo senso, più tende al verde più ti fa rimanere in passerella.
Il punto è quando le stesse voci che hanno persuaso baristi e grossisti a comprare il tuo prodotto le metti a tacere. Con l ‘ultima mossa di Coca Cola qualcuno dovrebbe togliere almeno 50 punti alla cartella della raccolta “Bollino rosa” (uno per ogni donna di Campogalliano). La mobilità proposta non si sposa molto con le azioni a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro tanto pubblicizzato per le donne e le famiglie, ma assomiglia più ad un sostegno al (non) lavoro,ma un ritorno al passato lasciarle a casa.
Ci si chiede,quindi, quanta credibilità e coerenza può mantenere un azienda che si vanta di azioni in copertina per poi smentirle non appena il libro é stato letto e riposto. Se il femminile non persuade più, ci si augura che anche le donne siano sempre meno persuase dal prodotto Coca cola”.
Lavoratrice Coca Cola