Sono le 10.16 del mattino e risalire sul blocco di partenza per una nuova gara di mezzofondo dopo una finale esaltante non è semplice. Dolori in ascesa, adrenalina in discesa, la testa è lì ma vorrebbe essere altrove. Anche per il coach Stefano Morini, emozionatissimo dopo la mega prestazione dei suoi atleti, valgono le stesse sensazioni benché non abbia nuotato: incide lo stress “Mi sono svegliato stamane che mi sembrava di essere stato messo sotto da un camion”.
Obiettivo primo per tutti ridurre al minimo la fatica. Si stima che sotto gli 8 minuti si possa essere da finale, ma dopo le prime batterie ci si rende conto che bisognerà fare meglio: a 7’58 si è fuori. Poi 10.34 si parte. Terza batteria, partenza tranquilla, andatura assestata, ritmo lontano da quanto realizzato sulla doppia distanza e con 2 parti di gara equivalenti si chiude la formalità qualificazioni in 7’55.35. Gregorio Paltrinieri deve solo attendere la quarta ed ultima serie per verificare chi saranno i compagni di avventura nella finale che li vedrà protagonisti oggi pomeriggio.
Gabriele Detti c’è. Si è aggrappato alla locomotiva Joensen e si è fatto portare all’arrivo in 7’53 e rotti. “Non importa mettere la mano davanti, se sei 1°, 5° o 8°, l’obiettivo era qualificarsi, fare poca fatica. Ora ci riconcentriamo e poi si vedrà” Come detentore del record europeo (7’42.74) i protagonisti azzurri dovrebbero invertirsi i ruoli. Però mai vendere la pelle dell’orso prima… e il trio che fa base al centro federale di Ostia scompare per ritrovare l’armonia che serve per essere di nuovo al top.
I musicisti sono i soliti, ma cambia la distanza e lo spartito verrà suonato diversamente. Dipende da come verrà assorbita la fatica e l’esaltazione dei 1500.
A proposito il primo pensiero di Greg appena finita l’impresa sui 1500? La prima cosa a cui ha pensato quando è uscito dall’acqua?
«A mangiare, panino, bottigliette d’acqua con miele e integratori. Avevo finito ogni risorsa».
Immagine: Joensen, Paltrinieri, Detti – podio dei 1500 di mercoledì scorso
