Un attività di spaccio multimediale di marjuana da parte di pusher tecnologici è stata portata alla luce nel comprensorio ceramico reggiano dai Carabinieri di Rubiera che hanno denunciato alla locale Procura ed a quella dei minori di Bologna due giovani reggiani di 17 e 30 anni chiamati a rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli elementi acquisiti dai Carabinieri di Rubiera nell’app di messaggistica mobile multi-piattaforma installata negli smartphone dei due giovani hanno trovato riscontro nelle perquisizioni domiciliari eseguite nelle rispettive abitazioni in conseguenza delle quali oltre a una quindicina di grammi di marjuana (6 grammi al 17enne e una decina al maggiorenne) i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato i bilancini di precisione che hanno fatto ipotizzare (unitamente ai contenuti dei messaggi) la detenzione dello stupefacente ai fini di spaccio. Per quanto sicure in quanto non intercettabili nelle trattative effettuate con messaggi la marjuana era indicata come birra ma l’espediente non è bastato ad assicurare i due l’impunità. L’illecito business è stato portato alla luce dai Carabinieri di Rubiera grazie all’attività di controllo del territorio che ha portato a controllare il minorenne notato in sospettosa attesa in un parco del paese. L’agitazione trapelata durante i controlli congiunta ai continui messaggi e telefonate che giungevano sul telefono del ragazzo ha insospettito gli operanti che quindi hanno condotto il giovane in caserma verificando che nella chat di whatsapp erano presenti messaggi ce rimandavano alla compravendita di stupefacenti. Nell’abitazione gli ulteriori riscontri con il rinvenimento di 6 grammi di marjuana e un bilancino di precisione. Nei guai è finito anche il 30enne di Scandiano risultato, dal contenuto dei messaggi, il fornitore del minore. Lo stesso “visitato” dai Carabinieri di Rubiera veniva trovato in possesso di oltre 10 grammi di marjuana ed un bilancino di precisione. In entrambi i casi trattandosi di detenzione ricondotta ai fini di spaccio i due “pusher multimediali” venivano denunciati. Ai due i Carabinieri sequestravano anche i rispettivi smartphone ora al vaglio per gli ulteriori sviluppi investigativi che potrebbero vedere i Carabinieri ricostruire l’intera filiera dello spaccio.
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