Lo scorso febbraio un 30enne cittadino brasiliano, di professione “transessuale”, veniva aggredito per strada in zona S. Maurizio da due connazionali, tra di loro sorelle, a quanto risulta prostitute. La violenta lite era scaturita dal disprezzo di queste ultime per le persone che si propongono sul mercato del sesso come transessuali, una storia di ‘odio professionale’.
Dopo lo scontro la vittima riparava in un bar,dove incontrava delle amiche che la sollecitavano a recarsi in Ospedale e a denunciare l’accaduto: inutilmente perché solo qualche mese dopo avrebbe raccontato la sua storia alla Polizia.
Il cittadino brasiliano da circa un anno e mezzo era giunto a Reggio Emilia, trovando sistemazione abitativa e lavorativa nell’appartamento condotto proprio da una delle due sorelle dalle quali poi sarebbe stato malmenato.
In quella casa, come ha scoperto la Squadra Mobile, il trans praticava il meretricio assieme a prostitute tradizionali: erano tutti cittadini brasiliani.
La locataria tratteneva da ogni prostituta 300 euro a settimana, oltre alla logistica offriva la sua opera nell’acquisto di spazi pubblicitari sulle pagine di testate locali. Secondo gli “inquilini” il prezzo era vantaggioso, nella gestione della casa la donna era coadiuvata dal marito, cittadino italiano, il quale faceva di sovente delle ispezioni nell’appartamento motivandole con la necessità di monitorare i vari tipi di impianti domestici.
La Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile al termine delle indagini deferiva all’Autorità Giudiziaria per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione i coniugi A. D., italiano di anni 37, e D. F. L. , brasiliana di anni 32.