Quattromila lavoratori della Scuola già speravano e sognavano il meritato riposo.
Sia chiaro, non si trattava né di un privilegio, né di un’agevolazione. Semplicemente, coloro che avevano già maturato i requisiti (61 anni di età e 35 di contributi o 60 di età e 36 di contributi) al 2012, “intrappolati” nella rete della tristemente nota riforma Fornero, erano stati illusi di poter lasciare il lavoro dal 1° settembre 2014.
In prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico, dietrofront del Governo: mancano le coperture finanziarie.
Ovviamente le conseguenze sono rilevanti, sia per le aspettative create, sia perché si riduce il ricambio generazionale nel settore tanto importante, quanto delicato, quale è quello della Scuola.
Sì, perché, nonostante i luoghi comuni, l’ironia spicciola e frequente sulla Scuola – spesso additata come serbatoio di privilegi – richiede energie, passione, competenze e grande equilibrio.
Invito i politici a fare uno “stage” in aula, non una visita per sentire cantare l’Inno Nazionale, ma proprio un affiancamento ai docenti in una classe, preferibilmente di trenta alunni, di cui, l’80% con BES (Bisogni Educativi Speciali).
Quello di questi giorni è stato l’ennesimo gesto irrispettoso ed irriguardoso nei confronti di una categoria già sottoposta da tempo a sacrifici e penalizzazioni.
Ma la spending review non può essere estesa anche ad altre categorie, con remunerazioni di gran lunga maggiori e con privilegi non giustificabili?
(Mariarita Bortolani, Segretaria Cisl Scuola Reggio Emilia)