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Ricerca del Laboratorio di terapie cellulari del Policlinico di Modena su terapia genica del tumore del pancreas

massimo_dominiciTrasformare le cellule staminali in strumenti, quasi fossero delle armi a disposizione della medicina, in grado di colpire il tumore in maniera mirata. Questo è l’obiettivo di alcuni degli studi che, sotto la guida del dottor Massimo Dominici, da un decennio si svolgono presso il Laboratorio di terapie cellulari oncologiche dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena. Il gruppo ha recentemente messo a punto uno studio sulla terapia genica per il tumore del pancreas che nel mese scorso è stato pubblicato sulla dalla rivista della Società Europea di Terapie Genica Human Gene Therapy. La ricerca è nata anche grazie agli studi per una tesi di laurea in Biotecnologie dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia della dott.ssa Giulia Golinelli. Il progetto è stato inizialmente finanziato dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Università, e in seguito ha ricevuto un contributo dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC).

Oggi il cancro al pancreas è ancora considerato tra i big killer, sia per il numero di pazienti, in Italia nel 2013 si sono verificati circa 12.500 nuovi casi, sia perché mancano terapie davvero efficaci; a ciò si aggiunge il fatto che trattandosi di un male asintomatico spesso la diagnosi è tardiva, tanto che solo il 20% dei pazienti risulta operabile. Per questo motivo sono fondamentali nuovi approcci terapeutici, come quello sperimentato al Policlinico, dove le staminali vengono modificate per produrre sostanze selettivamente tossiche in grado di eliminare il tumore “Nel tumore del pancreas la componente di accompagnamento costituita da cellule stromali maligne è molto alta. Cosi abbiamo pensato di ingannare il tumore fornendogli cellule stromali normali in grado di produrre una molecola tossica, una sorta di cavallo di Troia”. Spiega il dottor Massimo Dominici. Lo stroma è la parte del tumore che fornisce il microambiente necessario affinché le cellule tumorali possano crescere. “E’ una sorta di scudo protettivo nei confronti sia delle nostre capacità di difesa contro il cancro sia della chemioterapia. Quindi interferire nei rapporti tra stroma e tumore rappresenta una chiave per terapie più efficaci, anche a base di cellule staminali”. Aggiunge il prof. Mario Luppi, Direttore dell’Ematologia del Policlinico e del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto dell’Ateneo.

Lo studio è iniziato nel 2011 con risultati incoraggianti. Assieme alle ricercatrici più esperte – le dottoresse Giulia Grisendi e Carlotta Spano – Giulia Golinelli ha eseguito parte degli esperimenti dimostrando che era possibile uccidere le cellule di tumore del pancreas già a partire da 24 ore dal trattamento. Entro la fine del 2014 verrà conclusa la fase pre-clinica di studio sull’animale e comincerà l’iter che lo porterà, se le premesse verranno confermate, alla sperimentazione sul paziente.

















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