Due appuntamenti successivi in due giorni al Parco di Montale: domenica 1 giugno si indagano i sapori dell’antichità e lunedì 2 giugno si sperimentano nuove modalità di fusione del bronzo.
Nella prima giornata, intitolata “Archeologia dei sapori”, si capirà in che modo si procuravano e preparavano il cibo i nostri antenati di 3.500 anni fa. Gli enormi progressi fatti negli ultimi anni da discipline come la paleobotanica hanno dilatato enormemente le possibilità di indagine in questo campo. Oggi, attraverso l’analisi di pollini, semi e frutti rinvenuti negli scavi archeologici, sappiamo che il paesaggio attorno alle terramare era occupato da ampie zone disboscate destinate a pascolo o alla coltivazione dei cereali, soprattutto grano e orzo, ma anche panìco, avena e segale, mentre negli orti nelle immediate vicinanze del villaggio si coltivavano diverse varietà di legumi, come favino, lenticchie, piselli, cicerchia. Verdura e frutta derivavano da quanto la natura offriva spontaneamente: mele e pere selvatiche, prugnoli, sorbo, sambuco e soprattutto cornioli da cui probabilmente gli abitanti delle terramare, prima di cominciare ad apprezzare il vino, ricavavano una bevanda fermentata.
Sempre domenica 1 giugno, in un laboratorio per bambini e famiglie intitolato “A tavola nel passato”, gli esperti dell’Orto Botanico di Modena coinvolgono bambini e famiglie nel divertente riconoscimento di spezie e piante alimentari per scoprire che cosa si mangiava nell’antichità. Un viaggio fra scienze, storia e aromi per scoprire di che cosa si nutrivano gli abitanti delle terramare e quali erano i gusti degli antichi Romani.
La giornata di lunedì 2 giugno è invece dedicata a “Arte e tecnologia del bronzo”, con nuove sperimentazioni di archeometallurgia. Gli archeologi del parco sperimentano in diretta alcune nuove complesse tecnologie frutto di ricerche tuttora in corso. Al centro delle sperimentazioni un oggetto evocativo: la spada, simbolo del potere guerriero. Le dimensioni delle spade dei guerrieri dell’età del bronzo necessitavano di stampi di grandi dimensioni e di crogioli in grado di contenere notevoli quantità di metallo. È dunque probabile che fusioni in sabbia abbiano sostituito quelle che si ottenevano con stampi in pietra e che siano stati costruiti crogioli di grandi dimensioni. Alcune pitture parietali egizie mostrano come venivano sollevati questi grandi contenitori, e a queste si sono ispirati i metallurghi di Montale per dar vita a una nuova sperimentazione.
Il Parco della Terramara di Montale apre dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 (con gli ultimi ingressi un’ora prima delle chiusure).
Ingressi: intero 6 euro, gruppi 5 euro, da 6 a 13 anni 4 euro, fino a 5 anni e oltre 65 anni ingresso gratuito.
Per informazioni: Museo civico archeologico, tel. 059 2033101 o Parco della Terramara di Montale, tel. 059 532020 (www.parcomontale.it).
Il parco archeologico ha una pagina facebook (www.facebook.com/parcomontale).
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