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Ammortizzatori in deroga, Cisl ER: “I lavoratori non possono più aspettare”

Il ritardo nel mancato finanziamento da parte del governo degli strumenti in deroga rischia di minare alla base quelli che sono indispensabili strumenti di coesione sociale, con oltre 30mila lavoratori emiliano romagnoli sottoposti a sospensioni dell’attività lavorativa che aspettano da troppo tempo, in alcuni casi da oltre sei mesi, di percepire la cassa integrazione in deroga o l’indennità di mobilità.
Nei soli primi quattro mesi del 2014 (da gennaio ad aprile) in Emilia Romagna sono state presentate domande per la copertura di strumenti in deroga per un ammontare di 28 milioni e 240mila euro, che corrispondono a 12,4 milioni di ore di richiesta di cassa integrazione in deroga, a cui si aggiungono le 19,6 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria e speciale: 2,5 milioni di ore di deroga in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (alle quali vanno aggiunte circa quattro milioni di ore non ancora autorizzate a seguito del mancato finanziamento da parte del governo) e 3,5 milioni di ore in più di cassa ordinaria e straordinaria nello stesso periodo.

Un ritardo del governo nell’emanare i decreti di copertura insostenibile e incomprensibile, visto che le risorse finanziarie sono state stanziate con la Legge di Stabilità e dunque già disponibili. La Cisl Emilia Romagna è ben consapevole che le regole per il ricorso alla cassa integrazione vadano riorganizzate, ma ciò deve avvenire cogliendo due obiettivi fondamentali, l’universalità e il collegamento alle politiche attive per l’adattamento delle competenze dei lavoratori, in un percorso complesso che va preparato e ben organizzato e che non può in alcun modo essere un alibi per abbandonare i lavoratori e le famiglie già oggi in condizioni al limite dell’indigenza.

Di conseguenza, se il governo non sbloccherà le risorse nel corso della prossima settimana, la Cisl Emilia Romagna si confronterà con il proprio livello nazionale e con la Cgil e la Uil dell’Emilia Romagna per promuovere e programmare azioni di mobilitazione unitarie, anche a carattere nazionale.

















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