Vivere a Sassuolo al momento non è facile e possiamo tutti rendercene conto su più piani: nel mio caso è facile trovare disagio sia come padre di due bimbi piccoli, che come amante del vivere ed intrattenermi a Km zero. Dai parchi e le aree verdi, agli spazi collettivi in cui incontrarsi, parlare, divertirsi e passare il tempo libero.
La città storica è prima di tutto città del vivere: occorre ridare alla strada e alla piazza, liberandole dal predominio dell’auto in sosta e transito, il ruolo originario di luoghi di relazione e lavoro, intrattenimento, razionalizzando e diversificando gli interventi sulla mobilità in entrata ed uscita a seconda che si tratti delle merci o delle persone; favorendo lo sviluppo di una mobilità ecologica non inquinante ed educando in condivisione i temi già in voga in molte città europee che spesso invidiamo, ma che con paura ed ingiustificato senso di inadeguatezza, oltre che con una buona dose di pigrizia non tentiamo di fare nostri, soprattutto quelli volti a creare una città con percorsi dedicati e una tendenza alla pedonalizzazione che non deve spaventare, ma deve anzi essere vista e pensata come una risorsa per attirare anche da fuori potenziali fruitori, unitamente allo sviluppo di parcheggi periferici e servizi per il trasporto interno. Il partito democratico e il candidato Claudio Pistoni ritengono che un “Piano Strategico del Centro Storico”, concertato con chi ci lavora e vive, possa servire a impostare da subito le primarie esigenze di quest’area e a programmare i primi interventi.
Ma se il centro è solo offuscato da una patina che nasconde bellezze invidiabili, la periferia ed i quartieri storici decentrati devono essere ripensati e rivisti fin dal recupero degli spazi verdi, che devono essere maggiormente curati per le famiglie e per i cittadini che li frequentano sempre più numerosi a partire dalla ciclabile/pedonabile sul fiume Secchia che deve essere pensato come un punto strategico su cui costruire opportunità di vita all’aria aperta, recuperandone il ruolo storico e rendendolo sempre più fruibile nel rispetto e nell’educazione del e all’ambiente.
Sempre in chiave europea e di ambiente non vanno dimenticati gli incentivi ed i fondi appositamente stanziati per la salvaguardia della fauna e flora tipica e in questo senso Il Parco Fluviale del Secchia è un progetto che va potenziato per la creazione di grandi oasi urbane.
Da non dimenticare il recupero di strutture esistenti, dismesse e quindi spesso fatiscenti, per ridare vita a zone della città viste ormai come autentici cimiteri del cemento, per evitare l’ulteriore cementificazione e per evitare la migrazione in massa nelle città vicine, in particolare dei più giovani a cui assistiamo da anni in particolare nei fine settimana, alla ricerca di zone capaci di rispondere alla richiesta di svago e intrattenimento.
Un occhio di riguardo ai parchi di quartiere, al pari delle piazzette e strade pedonali, autentici cuori pulsanti della vita sociale, dell’integrazione e della condivisione; da valorizzare assieme ai cittadini ed alle associazioni di volontariato il cui contributo è fondamentale per rendere questi luoghi sempre più sicuri, attrattivi ed accessibili a tutti, in naturale azione coordinata col Comune, che al momento su questi come su altri temi è latitante.
L’Europa come riferimento per le buone abitudini, per la qualità della vita e come fonte d’ispirazione di un modo diverso, di vivere la nostra città. Armonia per condividere in modo sereno e aperto l’incontro di esigenze diverse, ma non contrastanti, sia per le famiglie che per chi intende fruire degli spazi per lo sport e l’intrattenimento.