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Sisma, la ricostruzione dei beni pubblici e culturali danneggiati

“La collaborazione tra Ministero, Regione, Amministrazioni locali e Diocesi realizzata in Emilia-Romagna per la gestione del terremoto rappresenta un esempio virtuoso che sarà di riferimento per chiunque dovrà affrontare in futuro eventi calamitosi”. Così il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini nel corso della presentazione in Regione delprogramma per la riparazione e il ripristino dei beni pubblici e culturali avviato in Emilia-Romagna dopo il sisma del 2012, alla presenza del presidente della Regione e commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani, degli assessori regionali alle Infrastrutture e urbanistica Alfredo Peri e alla Cultura Massimo Mezzetti, del direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici Carla Di Francesco e don Mirko Corsini dell’Ufficio amministrativo diocesano.
“La gestione del terremoto in Emilia-Romagna – ha aggiunto il ministro – è un’esperienza di cui tenere conto per la legge quadro sulle calamità naturali che a breve presenterò al Consiglio dei ministri e che consentirà in situazioni di emergenza di operare in un unico ambito normativo definito”.
“L’intenso sistema di collaborazione è l’aspetto più rilevante della grande mole di lavoro necessaria a ricostruire tutto, in sicurezza e meglio”, ha sottolineato il commissario e presidente Errani. “Il piano di ricostruzione è partito, con priorità definite e con tempi, risorse economiche e qualità degli interventi che terranno conto delle realtà specifiche e saranno verificabili e di livello avanzato. Nei prossimi mesi continueremo a lavorare con il Governo e il Parlamento per reperire le risorse mancanti per completare la ricostruzione (1 miliardo di euro) e per ottenere una fiscalità di vantaggio per le piccole attività produttive dei centri storici colpiti dal terremoto, nel pieno rispetto delle normative europee”.
Nei prossimi giorni, inoltre, si terrà anche un incontro con i vescovi delle Diocesi ricomprese nella zona del cratere.

I numeri della ricostruzione dei beni pubblici e culturali
Cinquecentoquarantanove milioni di euro per 664 interventi. E’ il quadro di sintesi dei tre piani operativi 2013-2014 che riguardano la ricostruzione o il recupero delle opere pubbliche e beni culturali danneggiati dal terremoto del 2012.
Si tratta della prima attuazione del “Programma per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali” che prevede complessivamente 1.540 interventi per un importo di 1 miliardo e 354 milioni di euro. Nello specifico, per la parte dei Beni culturali, il programma prevede un finanziamento di 963 milioni di euro per 999 interventi calcolati sulla base della schedatura e valutazione del danno effettuata dalle squadre dell’Unità di crisi del Mibact.
Il Programma è stato definito dopo i primi interventi provvisionali e di somma urgenza effettuati già all’indomani del sisma per riaprire le “zone rosse”, ripristinare la viabilità, facilitare il rientro di coloro che avevano le abitazioni esposte a un rischio esterno (circa 2.000 interventi per oltre 200 milioni di euro), mentre contemporaneamente venivano costruite le soluzioni provvisorie per le scuole, i municipi, le palestre, le soluzioni residenziali e gli edifici pubblici temporanei.
Le opere pubbliche e i beni culturali che vi sono ricompresi (dalle chiese ai teatri dalle scuole alle strutture sanitarie) sono state individuati grazie ad un rilievo del danno effettuato dalla struttura del commissario delegato alla ricostruzione insieme a Comuni, Direzione regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna.
Nel dettaglio, i piani operativi 2013-2014 prevedono:
– 131 milioni di euro per 179 interventi in opere pubbliche;
– 288 milioni di euro per 363 interventi per beni culturali soggetti a tutela;
– 122, 6 milioni di euro per 122 interventi in edilizia scolastica e universitaria;
– 8 milioni accantonati per interventi in cui sono presenti proprietà miste pubblico/private.

Fino ad oggi sono stati presentati 226 progetti di cui 109 interventi riguardano beni soggetti alla tutela, 60 beni non soggetti alla tutela e 57 con importo inferiore a cinquanta mila euro, mentre gli altri sono in fase di redazione.
Entro la fine dell’anno partiranno almeno una trentina di cantieri per quanto riguarda il piano delle opere pubbliche. A titolo di esempio, tra i beni tutelati, saranno aperti i cantieri della Chiesa della Confraternita della buona morte a Finale Emilia, del Torrione degli Spagnoli a Carpi, della Chiesa e convento di S. Paolo in Monte a Bologna e della Chiesa di S.Pietro apostolo a Cento e, a Ferrara, della Chiesa di S.Apollonia, della Chiesa dei Santissimi Giuseppe, Tecla e Rita e del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara.

















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