Il maestro Fausto Caporali, titolare dell’organo della Cattedrale di Cremona e della Cattedra d’Organo complementare e canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino, questa sera- venerdì 16 maggio – alle ore 21, nella Basilica di San Prospero a Reggio Emilia, terrà un concerto, gratuito e aperto al pubblico, dal titolo “Bach, Mozart e l’arte dell’improvvisazione”.
La scelta del programma – voluto dalla Delegazione di Reggio Emilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in collaborazione con l’Associazione culturale Giuseppe Serassi – si presenta del tutto originale, innovativa e inedita.
Il programma di sala, infatti, proporrà pezzi originali e trascrizioni di musiche di Bach e Mozart e, per ognuno dei due autori, un’esclusiva ed unica improvvisazione organistica, arte nella quale il maestro Caporali è raffinato e riconosciuto esperto a livello internazionale.
Uno straordinario appuntamento con l’organo storico della basilica di San Prospero che darà voce ai solenni “Pièce d’Orgue BWV 572” di J.S.Bach, a cui seguiranno le improvvisazioni interpretate dall’organista in forma di “Preludio e Fuga”, come si addice all’elaborato “stile tedesco” del grande Cantor e Kapelmeister di Lipsia.
Dopo aver eseguito l’originale trascrizione per organo del “Concerto per Piano KV 414” di W.A.Mozart, uno tra i più raffinati dei 23 concerti scritti dal maestro salisburghese, il maestro Fausto Caporali si cimenterà nella complessa “Improvvisazione per organo” di temi mozartiani, utilizzando la settecentesca e consona forma ritmica del Rondò.
In omaggio alla memoria di Don Luigi Giussani, che amava lo stile musicale mozartiano, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, oltre al supremo Bach, ha privilegiato i “Concerti per Pianoforte”, opere nelle quali Mozart elevò il concerto per solista e orchestra a una vera e propria forma autonoma di dialogo sinfonico in opposizione stilistica al genere, puramente concertante e salottiero, del suo tempo.
Come consuetudine, il concerto si concluderà con la solenne esecuzione dell’Inno dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Riccardo Pick Mangiagalli (1939), seguita dall’improvvisazione sull’inno, come vuole l’antica tradizione organistica, in forma di Preludio, Fileuse, Adagio e Toccata.