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Giorgio Barbieri (Sassuolo 2020) risponde a Rete Imprese Italia

Giorgio-Barbieri-4Accolgo e rispondo con favore, a nome di tutta la lista civica Sassuolo 2020 che ho l’onore di rappresentare, alle domande rivolte dai rappresentanti di Rete Imprese Italia, considerando le stesse validi spunti di riflessione su argomenti che, subito dopo le elezioni, dovremo affrontare in modo più complessivo e dettagliato lavorando fianco a fianco.

Al momento, ritengo sia improvvido formulare qualsiasi ipotesi di tassazione od esenzione complessiva, non disponendo dei dati di bilancio, del piano industriale di SGP (vero tumore dei conti pubblici sassolesi) e delle decisioni del tribunale: basti pensare al fatto che il bilancio di previsione del 2013, approvato il 13/12/13 e perciò con una previsione di soli 17 giorni di cui 9 festivi, si è chiuso con qualche milione di differenza su una situazione che tutti avevano ritenuto ormai certa!
Concordo sul fatto che occorra distinguere tra bene patrimoniale e strumentale e su questo, così come sui metodi di calcolo del servizio rifiuti che devono considerare il volume e la tipologia dei rifiuti prodotti, serve un confronto serio e disponibile di tutte la parti in gioco per giungere alla definizione di un tributo che sia tanto meno vessatorio quanto più equamente distribuito e che, a seconda dei casi, funga da incentivo alla gestione o deterrente alla produzione dei rifiuti stessi.
E’ sicuramente condivisibile ed auspicabile ogni forma “sostenibile” di defiscalizzazione delle imprese che rappresentano lo sviluppo della città e dei cittadini: abbiamo intenzione di restituire alle imprese che assumono un disoccupato l’addizionale Irpef pagata dal lavoratore ed esentare da alcuni balzelli (come ad esempio il pagamento del suolo pubblico per il primo anno) i nuovi esercizi o quelli che partecipano alle iniziative promosse dal Comune; manovre forse impattanti solo marginalmente, ma immediatamente finanziabili, semplicemente rinunciando al maggior gettito che rappresentano e rinunciando perciò ad aumentare la spesa.

Anche la ri-animazione di Sassuolo e delle sue potenzialità attrattive deve essere attuata di concerto con tutte le parti in gioco, realizzando un sistema turistico che non si spenga al tramonto e che sappia far parlare di sé, creando interesse sempre crescente. Non crediamo ad esempio a progetti altisonanti da campagna elettorale che prevedono improbabili affiancamenti del Palazzo Ducale ad aziende di fama mondiale o ad eventi nazionali estemporanei; è inutile pensare ai turisti giapponesi, se non siamo ancora stati capaci di coinvolgere quelli reggiani!
Occorre pertanto riattivare un ufficio di promozione turistica, in rete con gli altri comuni del distretto (che avendo scelto di mantenerlo hanno aumentato gli accessi del 40% nel 2013) e promuovere sia pacchetti misti natura+arte+benessere+gastronomia sia percorsi dedicati e specifici. Un grosso aiuto potrà venire dalla permanenza del Sassuolo Calcio in serie A, perché ci permetterà, seguendo un percorso che alcuni gruppi di tifosi sassolesi hanno già avviato, di organizzare il fine settimana della tifoseria ospitata, proponendogli un sabato a Sassuolo prima della domenica allo stadio.
Sempre in merito a Palazzo Ducale, martedì 20 p.v. ospiteremo la visita del sottosegretario ai Beni Culturali On. Ilaria Borletti Buitoni, già Presidente nazionale del FAI, per dimostrare che il problema sull’utilizzo della struttura non riguarda la proprietà ma la progettualità e per non fermarsi alle sterili promesse, ma iniziare a lavorare da subito sui temi che riteniamo fondamentali.

Uno dei problemi che non permettono al nostro paese di crescere ed attrarre investimenti è il continuo ripensare alle decisioni ed il frequente cambiamento delle stesse, che crea una situazione di incertezza e di sfiducia. Pertanto, giuste o sbagliate che siano nella loro complessità, riteniamo non ritornare sulle decisioni assunte in precedenza per quanto riguarda, ad esempio, il comparto Cisa-Cerdisa, sul quale vigileremo e lavoreremo affinché i disagi che ne potranno avere la città ed il quartiere siano ampiamente superati dai benefici (es. cinema multisala).
Fermo restando che il centro storico, per quanto importante, rappresenta solo una delle realtà commerciali cittadine e che servirà lavorare tanto anche sui centri di vicinato, alla creazione di nuovi spazi commerciali in zone più periferiche, il centro storico dovrà rispondere diventando un vero centro commerciale naturale, con iniziative ed attrazioni costanti (alcune delle quali realizzabili a costo zero, come ad esempio i “busker corner”) ed un’accessibilità adeguata. Perciò intendiamo realizzare una circolarità intorno al centro, ora spezzato in due da una viabilità soffocante ed inefficace, ma anche progettare un piano sosta che preveda 120 parcheggi nel vecchio ospedale e 40 in più in piazza Martiri Partigiani e rivedere il costo sosta che deve progressivamente abbassarsi con l’allontanarsi dal centro. In particolare la sistemazione di superficie che proponiamo di Piazza Grande, prevede un allargamento dei marciapiedi, che potranno essere coperti da una sorta di portici “artificiali” con l’applicazione di tendaggi all’esterno dei negozi. Sull’intero progetto vogliamo confrontarci con gli esercenti ed i residenti per meglio spiegarlo e per raccogliere quelle indicazioni e correzioni che potranno migliorarlo ulteriormente.

L’unificazione di alcuni servizi, tra cui quelli citati, è ormai percorso obbligato per realizzare quelle sinergie e quelle economie necessarie a rendere efficace il servizio reso al cittadino o all’impresa. In quest’ottica, anche un’armonizzazione dei regolamenti comunali è auspicabile, anche se sappiamo che ciò richiederà tempo. Perciò intendiamo istituire da subito la figura del “tutor per le imprese” con funzioni d’interfaccia tra l’impresa ed i vari uffici comunali o sovracomunali; non l’ennesimo burocrate che indica al cittadino l’elenco degli uffici da visitare e dei moduli da compilare, ma una sorta di consulente che accoglie la pratica e ne segue tutto l’iter di presentazione ed autorizzazione, accollandosi le incombenze burocratiche.
Concludo precisando che è nostra intenzione riportare Sassuolo nel Corpo Unico di Polizia Municipale per permettere un miglior utilizzo delle risorse ed un maggior controllo del territorio, in particolare nelle ore notturne che ora risultano pericolosamente scoperte e abbandonate.

 

















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