Dalle quote per il “contributo ittiogenico provinciale” versate dai pescatori per al prima volta nel 2013, la Provincia ha incassato oltre 65 mila euro che saranno utilizzati sia per l’acquisto di pesce da immettere nei corsi d’acqua che per attività di tutela della fauna ittica. Lo ha deciso il Consiglio provinciale approvando nei giorni scorsi all’unanimità il Programma annuale per la tutela e lo sviluppo della fauna ittica nel modenese.
Oltre ai 65 mila euro incassati dal contributo, la Provincia può contare per il 2014 sulle risorse regionali derivanti dalle quote sulle licenze di pesca (oltre 76 mila euro), su fondi dal bilancio della Provincia stessa pari a 50 mila euro, altre entrate per 14 mila euro provenienti dalla vendita di permessi su tratti a regime speciale e sette mila da altre attività per complessivi 205 mila euro.
Come prevede il Programma provinciale approvato, queste risorse saranno impiegate per finanziare le attività del Nucleo tutela fauna ittica della Provincia: gestione e sviluppo della pesca, vigilanza, immissioni e recuperi della fauna ittica in difficoltà
Come ha illustrato Luca Gozzoli, assessore provinciale alle Politiche faunistiche, «il Programma prevede le regole e le azioni destinate a migliorare il nostro patrimonio ittico. Una ricchezza che soprattutto in montagna è diventata in questi ultimi anni anche una opportunità di carattere turistico grazie alla diffusione della pesca no kill con punte di giornaliere di oltre 600 pescatori, anche da fuori provincia, presenti sui nostri corsi d’acqua».
La pesca in montagna si è aperta il 30 marzo (in pianura e collina è consentita tutto l’anno ma con regolamentazioni). Nel modenese la pesca coinvolge oltre nove mila appassionati. Il territorio provinciale è suddiviso in cinque zone di pesca dalla montagna alla pianura. Ogni pescatore può sceglierne una con un contributo di otto euro alla Provincia che sale a 15 euro se si intende andare a pesca in tutte le zone.
Oltre alle risorse e le modalità del loro impiego, il Programma individua le specie di interesse e le forme di conservazione, le zone di tutela, i ripopolamenti e le modalità di collaborazione delle associazioni.
LA COLLABORAZIONE TRA PROVINCIA E PESCATORI 40 ADDETTI GESTISCONO SALVATAGGI E RIPOPOLAMENTI
Gli obiettivi del Programma per la tutela e sviluppo della fauna ittica provinciale vengono gestiti da un Nucleo tutela fauna ittica composto da una quarantina tra operatori professionali della Provincia e dell’Apas (Associazione pesca e attività subacquee sportiva) e numerosi pescatori volontari (i coadiutori ittici formati tramite appositi corsi provinciali).
Tra i compiti del Nucleo spiccano i recuperi dei pesci in difficoltà per cantieri in alveo: nel 2013 eseguiti 67 interventi di cattura per complessivi oltre mille chilogrammi di pesce salvato tra trote, carpe, cavedani e gamberi di fiume; i recuperi a seguito di svasi dei canali di bonifica: 27 catture per nove mila chili di pesce in gran parte reimmesso o gestito all’interno di bacini temporanei di stoccaggio; la gestione dei ripopolamenti di pesce pronto per la pesca o di trote fario provenienti dai centri di Fanano e Frassinoro che hanno “prodotto” nel 2013 oltre 300 mila avannotti immessi nei torrenti di montagna.
Nel 2014 sono previste nuove immissioni fino a ottobre di pesce gatto, carpe nei cavi lama e Vallicella e trote fario nell’alto Leo a Fanano, nei torrenti a Fiumalbo, Frassinoro, Pievepelago, Montecreto e Sestola.
Tra i progetti speciali gestiti dal Nucleo figurano, infine, una nuova banca dati dove saranno riportate tutte le segnalazioni sulla presenza della fauna ittica dal 1500 a oggi; il piano di recupero della tinca che per il 2014 prevede le prime immissioni controllate; la newsletter di informazione per tutti i pescatori; la cartografia completa delle zone di pesca e di tutela, i campi di gara, gli ambiti territoriali e le categorie delle acque; uno studio con l’Università di Modena e Reggio Emilia per il miglioramento ambientale delle acque di pianura e collina e l’avvio nel 2014 di corsi di avviamento per ragazzi che saranno effettuati a Cavezzo nel laghetto del parco comunale in collaborazione con il Comune e la Società di pesca cavezzese.