Approvata a maggioranza dall’Assemblea legislativa regionale una risoluzione presentata da Roberto Sconciaforni (Fds), Anna Pariani e Marco Monari (Pd), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi) e Liana Barbati (Idv) nella quale si esprime la netta e totale contrarietà alla riapertura del Cie a Bologna e di Centri per l’identificazione ed espulsione di migranti in tutto il territorio regionale. Nel documenti si chiede alla Giunta regionale di attivarsi presso il Governo nazionale affinché non venga autorizzata alcuna riapertura. Nella risoluzione, illustrata in Aula da Sconciaforni, si rileva che “qualunque sia il tipo di gestione, la riapertura del Cie è una scelta sbagliata sotto ogni punto di vista, primo fra tutti quello del rispetto dei diritti umani delle persone che vengono rinchiuse senza aver commesso alcun reato”.
Respinta invece una risoluzione presentata da Gianguido Bazzoni, Luigi Giuseppe Villani, Alberto Vecchi e Andrea Leoni (Fi-Pdl): il documento, illustrato da Bazzoni, chiedeva di “iniziare un serio contrasto agli sbarchi, implementare una efficace organizzazione per il contenimento di questo fenomeno in termini di gestione e allontanamento dal suolo italiano di decine e centinaia di migliaia di persone e di potenziare i Cie”. A favore della risoluzione di Fi-Pdl si sono espressi Manes Bernardini (Lega nord), per il quale “l’immigrazione non è più gestibile economicamente e i primi a pagare saranno gli Enti locali”, e Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl),che chiede interventi, come in altri Paesi, per contrastare “questa invasione e per attuare politiche di respingimento”. Anche Enrico Aimi (Fi-Pdl) ha chiesto un progetto di allontanamento: “Non ci possiamo più permettere– ha detto– di fare entrare tutti”.
A favore della risoluzione della maggioranza e contro il documento di Fi-Pdl, sono intervenuti Roberto Montanari (Pd), che ha manifestato “malessere nell’ascoltare le parole provenienti dal centrodestra che, di fatto, considerano e giudicano tutti gli immigrati criminali”, e Gabriella Meo (Sel-Verdi) e Antonio Mumolo (Pd), che hanno sottolineato “la disumanità di queste strutture che, a tutti gli effetti, sono peggio del carcere, istituto dove almeno esistono delle garanzie”.