Gli appuntamenti del ciclo di seminari di Economia Politica proposti dal Dipartimento di Economia “Marco Biagi” proseguono col sesto incontro in programma martedì 15 aprile 2014 alle ore 14.15 presso l’Aula Seminari del Dipartimento di Economia “Marco Biagi” (viale Berengario 51 – ala ovest) a Modena. In cattedra il prof. Emanuele Felice dell’Università Autonoma di Barcellona, che approfondirà il tema oggetto di una ppublicazione su “Regional income inequality in Italy in the long run (1871–2001). Patterns and determinants” ovvero “La disuguaglianza regionale in Italia nel lungo periodo (1871-2001): percorsi e determinanti”.
“L’articolo presenta le più aggiornate stime del Pil regionale in Italia, ai confini attuali, per intervalli decennali dal 1871 al 2001 e propone una nuova ipotesi interpretativa basata sulla persistenza dei divari socio-istituzionali. L’andamento a <U-rovesciata> – afferma il prof. il prof. Emanuele Felice dell’Università Autonoma di Barcellona – della disuguaglianza regionale viene confermato: crescente divergenza fino alla metà del ventesimo secolo, quindi convergenza. Quest’ultima è però limitata alle regioni del Centro-Nord: se l’Italia risultava divisa in tre parti nel 1951, quando la disuguaglianza regionale raggiungeva il massimo, nel 2001 appare spezzata in due metà. Come conseguenza dell’arretramento del Mezzogiorno, dal 1871 al 2001 registriamo σ-divergenza fra le regioni italiane, ovvero un aumento della dispersione, e solo una lenta β-convergenza. Per questi andamenti, i fattori geografici e la dimensione del mercato hanno svolto un ruolo secondario: contro di loro giocano sia il fatto che la gran parte delle differenze nel Pil sono dovute all’occupazione più che alla produttività, sia i singoli percorsi delle regioni. Il progressivo convergere dei redditi regionali verso due equilibri distinti ricalca invece differenze di ordine sociale e istituzionale, quali si riflettono nelle istituzioni politiche ed economiche e nei livelli di capitale umano e sociale, che ebbero origine negli stati pre-unitari e non furono superate, ma in parte addirittura aumentarono dopo l’unità”.
