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Bologna, basta concerti: ecco “Tretrecinque” il primo romanzo di Ivano Fossati

ivano-fossatiE’ stato ed è uno dei cantautori più amati, più prolifici e più stimati del panorama musicale italiano; nel suo repertorio troviamo successi destinati a rimanere nella storia. Ivano Fossati è sempre stato maestro nel trovare gli incastri giusti tra le note musicali e le parole. Brani ispirati ed eterni come “La costruzione di un amore”, “C’è tempo”, “La pianta del te”… si sono alternati a brani più commerciali e forse creati ad hoc come “La mia banda suona il rock”, “Panama”, “Matto”… inoltre pietre miliari regalate alle nostre più grandi interpreti: “E non finisce mica il cielo” per Mia Martini, “Non sono una signora” per Loredana Bertè, “Pensiero stupendo” per Patty Pravo… letteralmente un ispirato mestierante della musica. All’improvviso, un paio di anni fa, dopo una ventina di album all’attivo il “maestro” decide di ritirarsi dalla musica abbandonando sia l’attività “live” che l’incisione di nuovi dischi (ma, dice, “continuerò a scrivere per altri”).

Ma Ivano, classe 1951 non rimane con le mani in mano, lo incontriamo a Bologna per la presentazione del suo primo Romanzo “Tretrecinque”.

“Io non avevo alcuna intenzione di scrivere un romanzo. Non sono uno scrittore. Ma il direttore di Einaudi me lo ha chiesto, mi ha ripetuto più e più volte che potevo farlo, mi è stato dietro per mesi, e alla fine l’ho fatto”.

Ivano Fossati, uno che di scrittura “ne sa” ci tiene a precisare: “riempire 400 pagine con un romanzo è ben altra cosa che esprimere un concetto che abbia il minimo di un senso nel breve spazio di una canzone”.

“Mi sono detto, ci provo, se nell’arco delle prime venti pagine non esce niente che mi soddisfi, mollo tutto. La storia invece è uscita da sola, fluida e fluente, la sera prima andavo a dormire già con l’idea di quello che avrei scritto la mattina dopo”.

Il romanzo racconta le vicende della vita di un uomo “per niente facile”, giovane negli anni cinquanta, piemontese, musicista, un uomo maschile e anche un po’ maschilista che nella vita ha avuto donne importanti, che è stato un padre assente…

“Non è affatto un romanzo autobiografico, non c’è un briciolo di me nella storia di quell’uomo, quando mi accorgevo che una parte di me poteva essere ravvisata, cancellavo e riscrivevo” tuttavia ci risulta assai difficile non accostare i quasi cinquant’anni di vita vissuta da musicista dall’autore a quella del protagonista.

Un pubblico attento e partecipe, orfano del Fossati cantautore ha seguito la presentazione bolognese, un paio di ragazzi con il pacco di LP rigorosamente in vinile da fare autografare, addirittura un signore con il 45 giri di “Jesael”.

A questo punto viene da chiedersi: “e se per rivitalizzare la discografia facessero incidere un CD ad Umberto Eco?”

 

















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