Toccanti racconti reali di storie di violenza che hanno colpito donne della provincia modenesi che hanno avuto il coraggio di denunciare i loro compagni alla Questura o alla rete provinciale di ascolto e sostegno ma anche storie di stalking in cui i responsabili non sono solo uomini, ma anche donne, in alcuni casi anche familiari, tra cui, madri.
Sono state tante quelle raccontate e descritte sabato pomeriggio, in sala Biasin nella conferenza spettacolo l’Ombra sul cuore, in occasione della festa della donna, realizzato dalla Provincia di Modena in collaborazione con il Comune di Sassuolo, con il tavolo prefettizio provinciale sulla violenza alle donne, e con la Consigliera di parità.
Introdotto dagli Assessori provinciale e comunale alle pari opportunità Marcella Valentini e Claudia Severi, l’evento si è articolato tra le voci di attori, uomini e di donne, che hanno raccontato storie di violenze provocate e subite, e la testimonianza di esperti nel campo dell’intervento e della gestione delle problematiche legate alla violenza: Alessandro De Rosa, psicoterapeuta Ausl di Modena, ed Elena Mazzeo, Sostituto Commissario della Divisione anticrimine della Questura di Modena che ha descritto la presa in gestione di casi di violenza denunciati alla Polizia, che al suo interno ha un ufficio specifico, raccontanto il particolare caso di stalking portato avanti da una madre nei confronti della figlia.
“Le vittime devono sapere di potere trovare nella Questura non solo un luogo di denuncia ma, prima di tutto, di ascolto – ha affermato il Commissario Elena Mazzeo. Molti casi si risolvono senza dovere giungere all’ammonimento dei responsabili. In diversi casi l’individuazione dei motivi che spingono una persona a molestare o ad usare violenza verso il partner si rileva risolutiva per convincere il responsabile a desistere”.
“Le donne vittime di violenza devono trovare la forza di reagire per tempo, già dai primi segnali, evitando di colpevolizzarsi some spesso accade per trovare una giustificazione a comportamenti che non hanno giustificazione. Un uomo che mostra di non avere rispetto al punto da generare violenza sia fisica che psicologica, difficilmente cambia. Per questo è fondamentale diffondere, soprattutto tra i ragazzi, una cultura del rispetto per sé stessi e per i propri partner. Un’opera di costante sensibilizzazione che deve avere la scuola come protagonista e fulcro”.