Si è chiuso con l’ennesimo risultato negativo anche il 2013, per le imprese dei settori del commercio, del turismo e dei servizi di intermediazione. Ad evidenziarlo, l’analisi condotta dall’Osservatorio di Confesercenti Modena che ha rilevato, una diminuzione delle vendite in tutti i settori esaminati che ammonta complessivamente ad un -3,6%. Risale ormai al lontano 2008 l’ultimo risultato con il segno più: una pesante flessione che sta seriamente mettendo in ginocchio l’intero comparto, che in cinque anni ha visto crollare mediamente del 20% il volume delle vendite. Si consegna in questo modo un’eredità pesantissima al 2014, che già sul territorio modenese si è aperto con 385 imprese commerciali e del turismo in meno rispetto all’anno appena conclusosi. E’ quindi evidente quanto sia necessario attuare strategie forti, atte a fermare e ad invertire una tendenza che sta pericolosamente degradando verso lo sfaldamento della rete delle piccole e medie imprese della filiera distributiva.
Andamento dei volumi d’affari per settori
Servizi di intermediazione e commercio all’ingrosso. È l’ambito coi risultati più pesanti: servizi di intermediazione -4,9% e ingrosso -4,2% nel 2013 rispetto all’anno precedente, a testimonianza di come tutta l’economia sia in pesante recessione. Diminuiscono infatti in maniera molto più marcata i ricavi delle imprese dell’ingrosso e dell’intermediazione che hanno come mercato di riferimento le imprese manifatturiere e dell’edilizia, a testimonianza del fatto che questi settori scontano un calo marcato degli investimenti
Commercio al minuto extra alimentare. Continua la sofferenza nel dettaglio extralimentare: -3,4% nel 2013. Resta quello maggiormente colpito dalla contrazione dei consumi in particolare abbigliamento e calzature. Prosegue inoltre la flessione delle vendite tra i beni per la casa. soprattutto mobili, elettrodomestici e casalinghi.
Ristorazione e pubblici esercizi. Altrettanto pesanti sono poi i dati relativi a pubblici esercizi e ristorazione: -3,2% rispetto al 2012. Il calo è dovuto in particolare alla sempre più diffusa rinuncia a colazioni e pranzi fuori casa nell’intervallo del lavoro. Per quanto riguarda le cene al ristorante, queste si concentrano soprattutto nei fine settimana con una contrazione nei giorni infrasettimanali.
Commercio al minuto di generi alimentari. il calo dei ricavi è dell’1,1% sul 2012. Dato che seppur negativo, risulta più contenuto rispetto agli altri settori. Riteniamo ciò ascrivibile al fatto che le famiglie non possano più contrarre oltre l’acquisto di beni di prima necessità come gli alimentari. Non sono penalizzati invece, in generale, i negozi fortemente specializzati che vivono su una clientela di nicchia che mantiene ancora una buona capacità di spesa.
Andamento dei consumi per aree geografiche
Piuttosto difforme l’andamento dei ricavi per aree geografiche. Risultano fortemente penalizzate l’area del Frignano: -5,7%, seguita da Carpi e dei comuni delle Terre d’Argine con – 4,2%. Entrambe si collocano quindi sotto la media provinciale. Segnano invece dati migliori rispetto alla media Modena città ed i suoi comuni limitrofi con un -2,4%, l’area di Vignola e Terre dei Castelli, -2,2% e l’area del Distretto Ceramico le cui imprese segnano un -0,3%.
Area nord. Vanno letti a parte i dati riguardanti l’andamento delle vendite nell’Area nord perché fortemente differenziato tra le imprese, in quanto legato ai tempi di riapertura dopo il sisma nonché alla loro ubicazione (delocalizzazioni e strutture temporanee). Con questa premessa nell’Area nord la media dei ricavi flette per un pesantissimo -12,6% sul 2012, anno comunque fortemente segnato dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio. Questi numeri ci dimostrano come l’uscita dall’emergenza per l’economia dell’area sia ancora lontana. Sono dunque necessari strumenti di sostegno straordinari ad iniziare da una proroga della tassazione per almeno ulteriori 3 anni.
“Questi dati purtroppo testimoniano l’andamento fortemente negativo dei consumi nella nostra provincia, specchio evidente dell’ulteriore aggravamento di una crisi profonda e prolungata – afferma Tamara Bertoni Direttore Generale di Confesercenti Modena – La recessione che crea ulteriore disoccupazione – il cui tasso è ancora in costante crescita – unita alla progressiva perdita del potere d’acquisto delle famiglie, che secondo l’ISTAT si attesta su un -1,5% solo nel 2013, sta producendo come effetto la chiusura di numerose imprese, con ulteriore perdita di posti di lavoro, non solo tra i dipendenti, ma anche e soprattutto tra gli imprenditori. Il rischio di un avvitamento della situazione rende indispensabile un’azione rapida ed incisiva del nuovo Governo, che deve attuare provvedimenti rapidi ma soprattutto efficaci. Un fisco meno oppressivo, una svolta che semplifichi la giungla burocratica, un progetto coraggioso che tagli sprechi e spese inutili per ridurre la pressione fiscale a famiglie ed imprese e favorisca gli investimenti; un rapporto diverso tra sistema bancario ed imprese, perché senza credito si moltiplicano le chiusure. Si tratta di emergenze sulle quali occorre intervenire in tempi brevi per ridare prospettiva e centralità a quel tessuto vastissimo di micro, piccole e medie imprese che nel paese, ancor più nel nostro territorio, resta il vero ed insostituibile cuore dell’economia, anche in grado di garantire tenuta sociale”.