40 anni di musica non sono uno scherzo, eppure Loredana Bertè, tanti ne ha percorsi. Il suo primo album (“Streaking” dove lei compariva sulla copertina completamente nuda) risale infatti al 1974. Il concerto di ieri sera all’Europauditorium di Bologna è stato si cantato, ma soprattutto “suonato”; il rock corposo di una band affiatatissima ha percorso 4 decenni di musica scandita dagli innumerevoli successi che hanno costellato la carriera della nostra rockstar per eccellenza, oltre ad interessanti ripescaggi di canzoni meno conosciute ma attualissime anche oggi come “Indocina” del 1976. Il nuovo singolo scritto da Edoardo Bennato “Ma quale musica leggera”, poi omaggi a Tenco (Ragazzo mio), De Andrè (Fiume Sand Creek) e Rino Gaetano (Ma il cielo è sempre più blu).
Ampio lo spazio dedicato a Mia Martini con le tre canzoni che Loredana ha scritto in sua memoria (Mufida, Luna e Zona venerdì) e poi il sentito e commosso omaggio di Aida Cooper che ha interpretato “Dillo alla luna” di Vasco Rossi che è anche uno degli ultimi brani inciso da Mimì.
Non è mancata nemmeno un pizzico di polemica. La Bertè ha infatti voluto portare sul palco il Premio della Critica Mia Martini (il piatto originale che vinse la sorella per la prima volta nel 1982), criticando il fatto che a Sanremo non gli venga dato il giusto valore. Da tempo infatti la Bertè si batte affinché il premio venga materialmente consegnato sul palco dell’Ariston, anziché in sordina il giorno dopo nella sala stampa.
Pubblico calorosissimo di ogni età che ha partecipato e si è fatto coinvolgere e trascinare da una Bertè in splendida forma vocale che ha tornato davvero a ruggire.
