“Il Piano integrato 2014-2016 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico” (provvedimento che si richiama ai principi e agli obiettivi della legge regionale 5/2013) è stato approvato oggi dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini. A favore: Pd, Ln e M5s; astenuta Udc.
Sulla base delle esperienze già presenti sul territorio regionale (dove è attiva una rete di collaborazioni e progetti di prevenzione rivolti principalmente a due target specifici: quello giovanile in ambito scolastico ed extrascolastico e quello dei cittadini di ogni età), il Piano intende programmare progetti di prevenzione e sensibilizzazione sul rischio di dipendenza dal gioco nell’ambito dei progetti sugli stili di vita, quindi nel contesto di iniziative di sanità pubblica. Verranno privilegiati messaggi non proibizionisti ma responsabilizzanti sui temi delle scelte consapevoli, fatto salvo il diritto dei minori di essere tutelati dall’offerta di giochi con vincita in denaro. La Regione, con ulteriori risorse rispetto ai Livelli essenziali di assistenza oggi definiti, si impegna ad attivare in ogni Ausl un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico situato nel contesto organizzativo dei Servizi per le dipendenze patologiche, in rete con Associazioni del terzo settore attive sul tema. Nella programmazione sociale e sanitaria di ambito distrettuale, e nello specifico nei programmi attuativi del Piano di zona per la salute e il benessere sociale, dovranno essere individuate azioni e interventi da realizzarsi congiuntamente tra servizi sociali e sanitari, attivando dove possibile collaborazioni con gli organismi del Terzo settore e le associazioni di rappresentanza, al fine di promuovere la sensibilizzazione e l’informazione sul territorio, nonché di attivare reti di sostegno per le famiglie. Tra i principali obiettivi del Piano, quello di formare gli esercenti e il personale operante nelle sale da gioco, gli operatori dei servizi sociosanitari e gli addetti della polizia locale. Sarà inoltre implementato il numero verde regionale (telefonando allo 800 033 033 si entra in contatto con un operatore debitamente preparato che fornisce indicazioni di orientamento ai servizi e sulle modalità di accesso alle prestazioni). Sarà inoltre predisposto materiale informativo sul gioco d’azzardo patologico (Gap) e saranno predisposte forme di premialità per gli esercenti che espongono il marchio “Slot freE-R”. Infine, l’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, che siimpegnerà anche a promuovere lo scambio e la diffusione di esperienze e buone pratiche territoriali di prevenzione e contrasto alla dipendenza da gioco patologico.
“Ci sono molte cose interessanti- ha detto Andrea Defranceschi (Mov5stelle)- ma nella sostanza rimane tutto acqua fresca. Non si può certo risolvere il problema alla radice senza un intervento dello Stato. Spero che con il nuovo Governo ci sia la consapevolezza di potere e dovere intervenire”. Anche Roberto Corradi (Lega nord) condivide le perplessità di Defranceschi e i limiti delle competenze regionali; il consigliere auspica la possibilità “di prevedere la presenza di messaggi persuasivi sulle limitate percentuali di vincita in ogni macchinetta”.
Il primo firmatario della legge, Beppe Pagani (Pd), in attesa di una maggiore sensibilità a livello nazionale, ha auspicato risorse finalizzate alla formazione di insegnanti, educatori, personale Ausl e Vigili comunali e l’utilizzo di politiche giovanili regionali a questo fine. Pagani ha proposto inoltre “una maggiore tassazione del gioco d’azzardo, al fine di disincentivare il fenomeno e per finanziare gli interventi di prevenzione”. Paola Marani (Pd) ha sottolineato “l’importanza di una rete di sostegno e di mutuo aiuto che affianchi operatori sociali e amministratori di sostegno nel difficile compito di prevenire e contrastare il fenomeno”. Liana Barbati (Idv), relatrice della legge,ha invitato la Giunta ad “intervenire con maggiore determinatezza sugli amministratori locali e sulla maggioranza di Governo”. Per Silvia Noè (Udc), “il Piano è monco e non attuativo della legge. Mancano all’interno del Piano le altre tipologie legali di dipendenza e il coinvolgimento dei concessionari”. Noè ha chiesto inoltre dati e numeri più attendibili sull’entità del fenomeno, “per essere in grado di quantificare le risorse necessarie alla prevenzione”.