Hanno sfilato in 600 a Bologna per protestare contro la legge Bossi-Fini, per chiedere la cittadinanza per i figli di migranti nati e cresciuti in Italia e per la chiusura di tutti i centri di identificazione ed espulsione. Un corteo, partito nel pomeriggio da piazza dell’Unita’, che ha attraversato via Indipendenza e concluso il suo percorso in piazza Maggiore – tra musica e canzoni rap cantate dal laboratorio del centro sociale XM24 – nello stesso giorno in cui quattro anni fa si svolse il primo sciopero di lavoratori migranti contro la Bossi-Fini.
Tra i manifestanti la confederazione Cobas, il coordinamento Migranti, Usb-Asia, i centri sociali Tpo e La’bas Occupato, l’associazione Progre’, i collettivi autonomi Cua e Crash e alcuni facchini che protestano contro Legacoop e Granarolo. ‘Su la testa’ era scritto sul cartellone che ha aperto il corteo, che si e’ fermato durante il percorso vicino a palazzo Fava, dove e’ esposta l’opera di Vermeer ‘La ragazza con l’orecchino di perla’: alcuni manifestanti hanno scritto sui pannelli pubblicitari la scritta ‘Our Europe is without borders’, ‘La nostra Europa e’ senza confini’, incollando alle pareti cartelli raffiguranti immigrati nei Cie.
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