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Amministrazioni comunali reggiane alla ricerca di un nuovo modello istituzionale e di welfare

foto-gattaticoE’ stato l’Istituto Cervi di Gattatico a ospitare lunedì sera la presentazione dei dati relativi al progetto “L’identità, l’evoluzione, la coesione della nostra comunità” realizzato dalle amministrazioni comunali di Cadelbosco Sopra, Campegine, Castelnovo Sotto, Gattatico, Poviglio e Sant’ilario, con il concorso della Fondazione Coopsette.

Negli ultimi anni sono intervenute trasformazioni importanti, per dimensioni e rapidità, che pongono questioni inimmaginabili anche solo poche decine d’anni fa. Per tali ragioni gli amministratori hanno promosso un progetto che consiste nell’analisi attenta dell’evoluzione delle comunità e il loro possibile sviluppo futuro, che va governato individuandone le criticità e le opportunità, nell’ottica di mantenere alto il livello di qualità della vita e della coesione sociale. La serata ha voluto inoltre fungere da occasione perché dalla presentazione del progetto e dagli stimoli offerti dal professor Mario Viviani e Gino Mazzoli, responsabile dell’Osservatorio sulla coesione sociale della Camera di commercio di Reggio si aprisse un confronto con coloro che a diverso titolo e in ambiti complementari operano sul territorio e che per questo possono concorrere alla definizione di strategie generali.

 

La serata è stata introdotta dai saluti del sindaco di Gattatico Gianni Maiola e dalla presidente dell’Istituto Cervi Rossella Cantoni, mentre il sindaco di Sant’Ilario Marcello Moretti ha fatto da moderatore. Alla presenza di tutti i primi cittadini dei Comuni coinvolti – oltre che del presidente della Fondazione Coopsette Donato Fontanesi, dei consiglieri regionali Roberta Mori e Beppe Pagani e della presidente della Provincia Sonia Masini – ad aprire il dibattito è stato il sindaco di Castelnovo Sotto Maurizio Bottazzi, che ha posto l’accento su alcuni concetti. “Questa è l’occasione giusta – ha affermato – per riflettere su una semplice domanda: che cosa intendiamo per comunità? Il progetto ci fornisce l’opportunità di capire qual è il nostro ambito di riferimento e in che cosa ci riconosciamo, in qualità di aministratori”. A questo punto il sindaco ha sottolineato il dato più significativo della ricerca, il fatto cioè che solo il 62% dei cittadini sono residenti sul territorio da più di 10 anni, mentre il 38% lo è da meno di dieci anni e conclude rimarcando la necessità di imparare a progettare il futuro, per governare i processi di cambiamento e non subirli”.

La presentazione dei dati è stata affidata al professor Mario Viviani, dai quali è emerso come, negli ultimi 30 anni, la popolazione dei sei Comuni sia aumentata del 28% e del 13% soltanto nell’ultimo decennio. Se nel 2003 l’incidenza degli stranieri era del 5%, nel 2013 è salita al 12%, così come è aumentata la media delle nazionalità presenti, passata da 37 a 48. Tra loro, risulta una bassa percentuale di persone con più di 75 anni di età, mentre numerosi sono i giovani, di età variegata. Così come, in assoluto, le femmine risultano essere più dei maschi. Da questi spunti, ha spiegato il professore, le amministrazioni comunali possono evincere quali siano le fasce sulle quali attuare maggiormente le proprie politiche e quali siano le priorità che caratterizzano ogni gruppo.

Nella seconda parte di lavori, Gino Mazzoli, responsabile dell’Osservatorio sulla coesione sociale della Camera di commercio di Reggio, dopo aver sottolineato la dimensione strategica di questa iniziativa, ha suggerito ulteriori spunti di lettura dei dati integrandoli con indicatori di ambito economico e sociale, per riflettere in particolare sulle vulnerabilità che emergono all’interno del tessuto sociale. Ha quindi delineato prospettive di azione concretamente realizzate in cui le amministrazioni locali debbano puntare sempre più a generare nuove risorse insieme alla collettività, accompagnando la crescita di iniziative di ricostruzione dei legami sociali che ne valorizzino anche le ricadute economiche.

A seguito di un partecipato dibattito, le conclusioni della serata sono state affidate al sindaco di Poviglio Giammaria Manghi.

“Oggi le amministrazioni – ha spiegato – per integrare hanno bisogno di più punti di vista, quindi va rimarcata l’importanza della collaborazione con un soggetto terzo del territorio, come la Fondazione Coopsette, che oltretutto consente una visione che al di là della dimensione amministrativa delle unioni comunali, fa riferimento alla storia economica e sociale del territorio. Il dato evidente è che le nostre comunità sono cambiate, nella loro dimensione quantitativa, compositiva e di riconoscibilità; ma siamo ancora una società multiculturale in cui le persone stanno affiancate senza un’interazione virtuosa tra loro; e la crisi economica aumenta questa tendenza, portando con sé vulnerabilità e disagio”.

“È per questo ormai indispensabile – ha aggiunto Manghi – pensare ad una stagione rifondativa che si cimenti anzitutto in due ambiti: il modello istituzionale, col superamento della dimensione municipale, e il cambiamento del modello di welfare, interrogandosi su quale debba essere oggi il protagonismo del pubblico. È comunque fondamentale che questa riflessione avvenga con il concorso di tutti i soggetti del territorio, poiché la comunità ha una dimensione circolare che ci chiama tutti in causa”.

 

















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