Il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 24 febbraio, durante la seconda consultazione ha infatti approvato a maggioranza assoluta, cioè con 21 voti, corrispondenti a quelli necessari, la proposta di modifica dello Statuto comunale. Si è espresso a favore il Pd, contro Sel e Modenasaluteambiente.it. Diversi consiglieri hanno invece deciso di non partecipare al voto e al momento della votazione sono usciti dall’Aula.
Nella prima votazione, dove era richiesta una maggioranza qualificata, due terzi dei consiglieri pari a 28 voti a favore, la delibera è stata respinta. Per rendere operativa la modifica dello Statuto occorre un ulteriore passaggio in Consiglio, nel quale sarà necessaria una nuova approvazione a maggioranza assoluta.
Prima della votazione, i gruppi consiliari hanno espresso le proprie dichiarazioni di voto. Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia ha colto l’occasione per ribadire il proprio disaccordo sulle procedure seguite: “Il Regolamento – ha affermato – stabilisce che, dove non si raggiunga il quorum dei due terzi, si torni a votare per una seconda e una terza volta. Che senso avrebbe l’aver definito di fare tre votazioni se non si contempla una nuova discussione della delibera?”, ha domandato.
Anche Andrea Leoni di FI-Pdl è intervenuto sulle procedure seguite nella trattazione della delibera: “La votazione per la modifica del Regolamento prevede modalità di garanzia. In passato, in altre situazioni, l’intero iter del dibattito veniva riaperto proprio in funzione di questa garanzia. La discussione dovrebbe essere ripresa – ha concluso – e se non cambierà la decisione della presidenza non prenderò parte alla votazione”.
Per Luigia Santoro del Nuovo centro destra “la delibera, che ha l’obiettivo di introdurre i quartieri e aumentare la partecipazione, vede il suo ingresso in Aula con un percorso non partecipato, in cui lo stesso Consiglio non viene tenuto in considerazione. Con queste modifiche – ha aggiunto – si creano specchietti per le allodole, organismi che costeranno più delle precedenti Circoscrizioni, e si aggira la legge”.
Giandomenico Glorioso del Pd ha evidenziato che “non è vero che i quartieri costano di più: anche se si dovesse seguire la strada di costituire 7 quartieri, la metratura delle sedi sarà parametrata e le conseguenti spese saranno comunque minori”. Il consigliere ha inoltre ribadito che “con la proposta non si aggira nessuna norma, ma si dà applicazione al Testo unico degli enti locali, che indica al Comune di promuovere organismi di partecipazione al Governo locale”.
Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it ha evidenziato che “i consiglieri saranno nominati dai partiti politici e avranno solo potere consuntivo, quindi non serviranno a niente. La vera partecipazione va cercata in altro modo – ha proseguito – dobbiamo chiedere ai cittadini se vogliono davvero i quartieri e che tipo di organismi vogliono. Sono assolutamente contraria a questa delibera che non è stata minimamente modificata”.
Anche Ingrid Caporioni ha ribadito il voto contrario di Sel. “Noi crediamo nella partecipazione e nelle Circoscrizioni, ma vorremmo nuovi metodi per sperimentarla perché questa non è vera partecipazione. Siamo disposti al confronto ma non a votare a favore – ha aggiunto – perché questo è un contenitore vuoto: non si sa ancora quali saranno il ruolo e la funzione dei consiglieri nei quartieri”.