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Favarin (SEL): Scegliere strade alternative alla repressione per rendere Modena più sicura

Cristian-Favarin-SEL“Dobbiamo liberarci dell’idea che la repressione rappresenti l’unica strada per ottenere una maggiore sicurezza urbana. La settimana scorsa è stato approvato il piano per “Modena Sicura”, che sebbene la sua utilità parte dalla convinzione che il solo presidio delle forze dell’ordine sul territorio sia sufficiente a contrastare in modo efficace e duraturo la criminalità. Mentalità che, fra l’altro, vede concordi sia centro-destra che Pd, ne sono una prova i continui appelli rivolti all’amministrazione per l’aumento dell’organico di Polizia Municipale anche se rimane difficile capire come sarà possibile reperire le risorse necessarie. Nessuno però pare voler capire che il problema deve essere affrontato su un piano del tutto differente: la repressione non è uno strumento che porta risultati duraturi, permette forse di contrastare temporaneamente alcuni fenomeni ma per ogni spacciatore che viene arrestato, un altro prende immediatamente il suo posto. Il problema va affrontato e risolto alla radice; laddove la criminalità ha più possibilità di fare proseliti occorre lavorare nel sociale, nella prevenzione e sull’educazione. Si tratta di un lavoro molto più lento e dai risultati non immediati ma sicuramente più efficace, se finalizzato al sostegno e al finanziamento delle associazioni e delle strutture pubbliche dedite all’affiancamento delle nuove generazioni a modelli educativi positivi e che avvicinino i giovani al vivere civile, alla scuola e al mondo del lavoro. Forse, riflettendoci su, è più utile garantire, per fare un esempio, progetti di prevenzione del bullismo nelle scuole piuttosto che, con le stesse risorse, garantire la presenza di un vigile all’uscita.

E’ utile promuovere il presidio del territorio non solo attraverso un efficace coordinamento tra le varie forze dell’ordine ma tenendo vivi i quartieri, i parchi e gli spazi pubblici con iniziative e attività sociali e culturali, unico modo, a Modena lo si è già dimostrato più volte, per sottrarre le zone a rischio ai fenomeni di degrado. Occorre uscire dalle logiche delle ordinanze dei sindaci (sono stati promulgati divieti assurdi che alla fine puniscono e colpiscono solo la marginalità) e concentrare le risorse per il contrasto alla “vera” criminalità (ad esempio, impiegando gli agenti per effettuare controlli contro il lavoro nero e lo sfruttamento nei cantieri) e per progetti di inclusione sociale sul modello già sperimentato all’Windsor Park e all’R-Nord.

Per creare una nuova generazione di cittadini è necessario che si lavori affinché i figli delle famiglie disagiate abbiano opportunità ed alternative. Un lavoro, questo, già portato avanti da anni da parte di molte associazioni laiche e religiose, con buoni risultati che potrebbero diventare “ottimi” se solo riuscissero ad avere un maggior sostegno politico e finanziario.” Queste ,d’altra parte, sono tutte competenze su cui hanno possibilità di investire.

(Cristian Favarin)

















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