Il Consiglio comunale di Modena ha approvato lo schema di accordo di pianificazione tra Provincia e Comune per la formazione della variante al Piano strutturale comunale (Psc) per l’area di Ponte Alto, pari a circa 18 ettari, ubicata tra la tangenziale, strada Ponte Alto e stradello Anesino. Si sono espressi a favore Pd e Udc, contro Fratelli d’Italia, Modena futura, Nuovo centro destra e Olga Vecchi di FI-Pdl, astenuti gli altri componenti di FI-Pdl e Sel, e non voto per Modenasaluteambiente.it.
La zona di Ponte Alto rientra tra le sette aree F su cui non saranno costruiti alloggi: “In particolare – ha precisato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi presentando la delibera – per l’area di Ponte Alto la Giunta aveva deciso di rigettare la richiesta di trasformazione in area residenziale pervenuta dalla proprietà già prima dell’approvazione della delibera di indirizzi che impegna la Giunta a non operare la trasformazione da area ad attrezzature generali ad area residenziale nelle zone in cui i proprietari non avevano ancora manifestato volontà di applicazione della norma. Nel comparto – ha proseguito – vista anche la situazione ambientale dell’area, è infatti prevista la conversione delle attuali destinazioni urbanistiche verso altre, di tipo produttivo e terziario, attraverso una specifica variante al Psc per la quale lo schema di accordo con la Provincia è propedeutico”.
Con la futura variante, che dovrà essere adottata e approvata dal Consiglio comunale, verrà sostanzialmente ripristinata la situazione antecedente la trasformazione in area F (attrezzature generali) avvenuta nel 2003 e si ricompatterà il perimetro dell’area, che in superficie si riduce di 5.299 metri quadrati che torneranno a destinazione agricola.
Lo schema di accordo tra Comune e Provincia cui il Consiglio ha dato il via libera, che “attiene in particolare ai dati conoscitivi e valutativi dei sistemi territoriali e ambientali, ai limiti e condizioni per lo sviluppo sostenibile del territorio comunale, nonché alle valutazioni in merito alle scelte strategiche d’assetto dello stesso”, mira a “definire l’insieme condiviso degli elementi che costituiscono parametro per le scelte pianificatorie”. L’accordo, ha aggiunto l’assessore concludendo, “impegna il Comune a rispettare determinate modalità nella formulazione della variante e la Provincia a rispondere più velocemente, con l’obiettivo finale di giungere a tempi più rapidi e procedure più semplici”.
Sul tema è intervenuta Eugenia Rossi di Etica e legalità manifestando soddisfazione per la decisione di non costruire abitazioni nell’area: “Si tratta di una battaglia che ho fatto in totale solitudine e con molti oppositori – ha detto – e oggi sono molto contenta di aver evitato che si costruissero appartamenti su un terreno inquinato come questo. Fortunatamente il diritto del cittadino, in primis per la sua salute, è stato ricostituito”.
Anche Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it ha espresso soddisfazione per il fatto che “su questo tema qualcosa è cambiato: sono contenta che sia stata presa coscienza – ha detto – ma ritengo manchino ancora una serie di esami sullo stato del terreno e delle acque della zona, così come un piano di bonifica e di reperimento di fondi per realizzarla. È davvero necessario costruire nuovi immobili produttivi in quell’area?”, ha aggiunto la consigliera che ha concluso: “Credo sia meglio verificare prima se ci sono strutture dismesse in zona”.