“L’ipotesi di mettere mano alla leva fiscale e di incrementare le imposte locali sulle piccole e medie imprese non deve essere nemmeno presa in considerazione. I cosiddetti segnali di ripresa economica sono tutt’altro che certi per pensare di chiedere agli imprenditori ulteriori sacrifici”. Così le Associazioni aderenti a Rete Imprese Italia – Confesercenti, Confcommercio Fam, Cna e Lapam-Confartigianato – dopo il primo confronto con la Giunta sul Bilancio di previsione per l’anno 2014 del Comune di Carpi.
“Il Comune deve reperire 4 milioni di euro per fare fronte all’abolizione dell’IMU sulla prima casa e agli ulteriori tagli di trasferimenti previsti a livello nazionale. Ma la proposta di aumentare indiscriminatamente di un punto percentuale l’IMU su tutti i fabbricati d’impresa ci trova assolutamente contrari. La pressione fiscale ha raggiunto livelli d’insostenibilità ed è fuori luogo pensare di aumentarla all’infinito. Chiediamo pertanto di evitare nuovi incrementi dell’IMU relativamente alle strutture destinate all’esercizio di attività produttive e commerciali ed in particolare che non venga aumentata l’aliquota ridotta dell’8,6 per mille sui beni strumentali utilizzati nell’esercizio delle attività imprenditoriali. A questo proposito è bene ricordare che, dal 2008 ad oggi, gli Enti Locali (Regione, Provincia e Comuni) hanno quasi triplicato il prelievo a danno dei contribuenti”.
Ma l’attenzione delle Associazioni imprenditoriali si concentra anche sull’imposta rifiuti. L’introduzione della TARES ha comportato aumenti medi del 30%; ancor di più per alcune categorie di imprese quali: ristoranti, bar, ortofrutta, fioristi, pizza al taglio, parrucchieri ed estetisti. “Ora che, in questo incredibile balletto di sigle, la TARES verrà sostituita dalla TARI, è necessario che il Comune adotti i provvedimenti necessari a mitigare questi aumenti che per le categorie più penalizzate sono ormai inaffrontabili”.
La leva fiscale, “Decisamente insostenibile”, ricorda Rete Imprese, dovrebbe essere utilizzata per creare situazioni di vantaggio e di maggiore competitività per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria. E’ il caso, ad esempio, della tutela del commercio in centro a Carpi. “Per ripopolare il cuore storico di attività commerciali e contrastare la proliferazione di centri commerciali e supermercati, occorrono investimenti mirati alla valorizzazione ed alla riqualificazione di questi luoghi naturali di aggregazione. Un sistema concreto per favorire questo processo potrebbe essere l’abbattimento degli oneri per il cambio di destinazione d’uso o la riqualificazione dei locali da adibire ad attività commerciali”. Da parte delle associazioni però, c’è altresì la consapevolezza che i comuni sono stati falcidiati, in questi anni, da politiche nazionali di risanamento della finanza pubblica fatte quasi esclusivamente di tagli ai trasferimenti agli Enti locali.
Le Associazioni imprenditoriali carpigiane concludono ricordando che il 18 febbraio saranno a Roma alla manifestazione nazionale, «Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro» indetta a Roma da Rete Imprese Italia. Una giornata di mobilitazione generale per esprimere il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui le imprese sono costrette ad operare ed anche avanzare concrete proposte di rapida attuazione, finalizzate ad evitare il declino economico e ripristinare un clima più positivo e di maggior fiducia nel futuro.