Il Centro documentazione donna partecipa alla mobilitazione che si terrà a Modena nella giornata di venerdì 14 febbraio 2014, in occasione della nuova campagna internazionale “One Billion Rising per la Giustizia – Libera la tua storia” per chiedere che si ponga fine alla violenza contro le donne.
Il Cdd offre un riscontro diretto della percezione comune del fenomeno della violenza di genere, attraverso le azioni di sensibilizzazione e monitoraggio del progetto «Le parole per (non) dirla. Iniziative di sensibilizzazione e prevenzione della violenza contro le donne», realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con Provincia e Comune di Modena e il patrocinio del Ministro per l’Integrazione.
Dalle ore 17.00 alle ore 18.00, presso la Saletta della Galleria Europa, in Piazza Grande, è infatti prevista la presentazione delle video-interviste fatte ai/alle modenesi sul tema della violenza sulle donne e si offrirà la possibilità di dare il proprio personale contributo all’argomento nel punto interviste predisposto ad hoc per raccogliere ulteriori opinioni, commenti e riflessioni sul tema della violenza di genere, da pubblicare sul sito web: http://pernondirla.cddonna.it/
«Occasioni come questa che legano insieme iniziative che avvicinano pubblici diversi – spiega Vittorina Maestroni, Presidente del Cdd – consentono di portare il tema all’attenzione di un numero sempre maggiore di persone, sollecitando in modo costante una riflessione sul fenomeno. Si tratta di una forma di sensibilizzazione che consente di far emergere il problema, manifestando la consistenza di una realtà che ha una importante valenza sociale e non già privata. Solo la consapevolezza delle vere radici della violenza maschile sulle donne può favorire un cambiamento. Questa consapevolezza oggi non è ancora stata raggiunta. Il discorso culturale del ruolo assegnato nella società a uomini e donne è ancora rigido e stereotipato e si pone alla base di certe forme di prevaricazione e discriminazione di genere».
Nell’incontro in Saletta Galleria Europa, aperto al pubblico, verrà presentato il sito web del progetto (http://pernondirla.cddonna.it) e si potrà visionare un’ampia selezione delle circa 100 video-interviste che modenesi – cittadini e cittadine, esperti ed esperte, rappresentanti delle Associazioni femminili e importanti testimonial dello sport – hanno rilasciato interpellati attraverso un’inchiesta realizzata a Modena. I contributi parlano della loro percezione sulla violenza di genere e si esprimono sulle parole che descrivono il fenomeno, contenute nella Convenzione di Istanbul, rispondendo, tra le altre, alle domande: Cos’è la violenza? Cosa sono le molestie? Cos’è lo stupro? Qual è la tua proposta per cambiare le cose?
Dalle ore 18 alle ore 19, in Piazza Grande, si terranno le iniziative curate dalle associazioni modenesi femminili: Casa delle donne contro la violenza, Centro documentazione donna, Differenza Maternità, Donne nel Mondo, Gruppo Donne e Giustizia, Udi e Comitato V-Day Modena, con il patrocinio di Comune e Provincia. Oltre al flash mob danzante «Break The Chain», inno della campagna globale, che rappresenta il cuore dell’evento, sono previste letture di testi poetici di Eve Ensler, di articoli della Convenzione di Istanbul, testimonianze dirette di parenti di vittime di femminicidio e di persone comuni che daranno la propria idea di «La giustizia per me è.. »”.
«One Billion Rising è un’azione globale che nasce dalla società civile. Anche quest’anno – afferma Nicoletta Corradini del Coordinamento One Billion Rising Italia con sede a Modena – si conferma un’imponente partecipazione dell’Italia alla campagna, con l’adesione di 15 associazioni nazionali tra cui Amnesty International Italia, Maschile Plurale e 200 locali e più di 100 eventi previsti in altrettante città. Le manifestazioni toccheranno luoghi simbolo come il Palazzo di Giustizia di Roma e sedi di tribunali in altre città, per chiedere un metodo di contrasto all’impunità dilagante, tempi brevi e certezza delle pene; l’interesse delle istituzioni a contrastare la persistenza delle disuguaglianze e la violazione dei diritti umani. Manca l’educazione al rispetto della differenza e all’autodeterminazione, per questo chiediamo di seguire le indicazioni della Convenzione di Istanbul; di definire azioni e norme in aiuto ai centri antiviolenza; facendo prevenzione, educazione, sensibilizzazione in ogni ambito: scuola, sport, ecc; con una particolare attenzione al linguaggio, alle immagini che formano il pensiero ed influenzano i comportamenti, per un cambiamento radicale della cultura e della mentalità».
Le iniziative della giornata sono realizzate in collaborazione con la campagna di sensibilizzazione «M’illumino di meno. Festa del Risparmio energetico» promossa dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Modena.
LE VIDEO INTERVISTE
Le interviste girate nel territorio modenese all’interno del progetto «Le parole per (non) dirla», hanno inteso cogliere la percezione diffusa del fenomeno legato ai diversi aspetti della violenza di genere, cercando di sondare quali siano i modelli che guidano le relazioni e quali le proposte messe in campo per fare sensibilizzazione e prevenzione.
Circa 80 i cittadini ascoltati, con la precisa scelta di dare prevalenza alla visione maschile per meglio comprendere e coinvolgere coloro che, in maggioranza, sono responsabili di azioni di prevaricazione e discriminazione nei confronti delle donne.
Il target, che non ha valenza statistica ma vuole essere uno stimolo per un metodo d’inchiesta, è variegato e composito e copre diverse categorie di provenienza, classe sociale ed età: giovani, adulti e anziani, in una distribuzione percentuale totale di 30, 40, 30.
L’alternanza di genere è in media: 60% uomini e 40% donne fra i giovani; 60% uomini e 40% donne fra gli adulti che sono la fascia più ampia e più rappresentata; 80% uomini e 20% donne fra gli anziani.
Una ventina sono le interviste ai testimonial sportivi e agli esperti di settore, fra cui figurano le realtà dell’associazionismo locale: Casa delle donne contro la violenza, Centro documentazione donna, Donne nel Mondo, Gruppo Donne e Giustizia, Soroptimist, Udi, Maschile plurale e altre, oltre allo sportello Ausl di sostegno psicologico agli uomini ‘Liberiamoci dalla Violenza’.
In futuro il sito verrà arricchito dei contributi di studiosi e studiose, intellettuali e giornalisti noti anche a livello nazionale. In questo senso s’intende mettere in evidenza le diverse voci della società – cittadini/e, associazioni, esperti e testimonial – e una serie di contenuti che parlano di punti di vista inediti e delle buone prassi già avviate a livello nazionale per contenere il fenomeno, giungendo alla definizione di una campagna di comunicazione sociale e alla stesura di un vademecum di dieci regole da seguire per parlare della violenza di genere in modo corretto.
Dalle interviste ai modenesi emerge una buona conoscenza di alcune forme del fenomeno, come lo stalking e la violenza domestica con la consapevolezza della trasversalità e diffusione in ogni classe sociale. Se alcuni termini sono ormai entrati nel linguaggio comune, non è così per altri come mutilazioni genitali femminili, aborti forzati e selettivi o il concetto di violenza economica, confusa molto spesso con quella a livello lavorativo.
Tra le proposte avanzate per contrastare e prevenire la violenza sulle donne: interventi e azioni con il coinvolgimento della scuola e della famiglia.