Nipote di un deportato nei campi di sterminio e madre di una “desaparecida”, Vera Vigevani Jarach sarà a Modena, giovedì 13 febbraio, per incontrare gli studenti del liceo scientifico Tassoni e raccontare la sue due storie che l’hanno portata a diventare, come lei stessa ama definirsi, una “militante della memoria”. L’incontro, organizzato dall’istituto nell’ambito delle iniziative per il Giorno della memoria della Shoah, inizierà alle 11.
Figlia di un avvocato di origini modenesi, Vera Vigevani è nata a Milano nel 1928. La sua prima storia comincia nel 1938, con la promulgazione delle leggi antiebraiche in seguito alle quali la famiglia decise di scappare in Argentina. A Milano rimane però il nonno materno, Ettore Camerino, che viene catturato e deportato ad Auschwitz, dove fu ucciso. La seconda storia si svolge invece a Buenos Aires, dove Vera vive con il marito e la figlia Franca che, studentessa diciottenne, scompare nel 1976, vittima della politica di “desapariciòn” della giunta militare argentina. Questi due lutti, entrambi causati dalla politica criminale di uno stato dittatoriale e senza un corpo da poter piangere, sono all’origine dell’impegno che occupa tutta l’ultima parte della vita di Vera, dalla militanza con le madri di Plaza de Mayo alle ripetute visite in Italia per incontrare scolaresche, associazioni e istituti di ricerca.
In occasione della celebrazione del Giorno della memoria 2014, le due storie di Vera Vigevani Jarach sono state raccontate in più articoli raccolti nella webstory “Il rumore della memoria”, pubblicata dal sito del Corriere della Sera a partire dal 19 gennaio.