Attività di sensibilizzazione nei confronti delle comunità straniere, iniziative nelle scuole sulla cultura dei diritti umani, formazione del personale socio-sanitario. Sono diversi i progetti, dei nove Comuni emiliano-romagnoli capoluogo di provincia, che partiranno a breve con il sostegno dei fondi (circa 380mila euro) assegnati alla Regione dalla legge nazionale per la prevenzione e il contrasto delle mutilazioni genitali femminili. “Si tratta di un contributo importante – spiega l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili – frutto di un accordo tra istituzioni per quella che è una battaglia di civiltà. Come Regione, abbiamo già cominciato a lavorare per la costruzione di un tavolo di coordinamento del programma complessivo, per la gestione dei singoli progetti territoriali/trasversali, e per la condivisione di approcci e linguaggi su un tema così delicato”.
Complessivamente, le risorse nazionali stanziate per finanziare le attività delle Regioni in tema di prevenzione e contrasto delle mutilazioni ammontano a 3 mln di euro; la quota assegnata a ogni Regione è calcolata sulla base della popolazione residente proveniente dai Paesi in cui queste pratiche sono diffuse. Il programma dell’Emilia-Romagna prevede “azioni” territoriali e trasversali che verranno realizzate da Piacenza a Rimini (come la comunicazione, a cura della Rete Mier, Media interculturali Emilia-Romagna) o in più aree della regione, con le donne migranti (a opera della Rete Intrecci) e con i giovani (a cura della Rete Together). Mier, Intrecci e Together sono tre reti regionali formalizzate in organismi di secondo livello. “Quest’impostazione – conclude l’assessore – ci consente di valorizzare reti già esistenti, andando a intervenire in particolare su alcuni target specifici come le seconde generazioni e le donne, e garantendo al tempo stesso il ruolo delle amministrazioni comunali che, a loro volta, possono valorizzare le risorse del territorio”.