Con la costituzione del Distretto Turistico della Costa dell’Emilia-Romagna si apre una nuova opportunità per far evolvere il turismo da una economia settoriale ad una reale e strutturata politica industriale; per fare ciò occorre un ruolo forte di orientamento e indirizzo che non può che essere svolto da un soggetto pubblico forte e autorevole.
Gli obiettivi che il riconoscimento della legge ci propone partono dall’esigenza di una forte riqualificazione e rilancio dell’offerta turistica, sviluppo delle aree e dei settori del Distretto, migliore efficienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi, garanzie e certezze giuridiche in riferimento agli investimenti, all’accesso al credito e alla semplificazione del rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Occorre quindi partire da una lettura dell’andamento delle stagioni turistiche passate (dati economici, occupazionali, sociali, ambientali, ecc.), da una valutazione sulle criticità che sono emerse e sulle prospettive che realisticamente si prospettano, anche in rapporto alla crisi economica nazionale ed internazionale che stiamo attraversando.
Nel fare questo vorremmo che si evitasse di concentrare l’attenzione esclusivamente su aspetti, pur importanti e determinanti, come la capacità ricettiva – il movimento turistico – i comportamenti della domanda – le infrastrutture – e più in generale al modello di governance, marginalizzando il tema del lavoro, dell’occupazione, della sua qualità e trasparenza, dell’impatto sociale che ha nel territorio e del ruolo che questo ha in un’idea rinnovata di sviluppo.
Riproponiamo quindi il convincimento che per le istituzioni, le rappresentanze sociali, le rappresentanze economiche e finanziarie, il Distretto Turistico della Costa emiliano-romagnola, sia l’opportunità per aprire una fase innovativa, anche nelle modalità relazionali, che qualifichi, riempia di contenuti ed avvii un percorso che metta assieme agevolazione della legge e futuro del settore turistico della nostra regione.
Naturalmente come OO.SS., ma lo dovrebbe essere per tutti, riteniamo che parlare di rilancio, sviluppo e di come migliorare la competitività del turismo non possa prescindere dall’affrontare le problematiche da un punto di vista occupazionale e di qualità del lavoro nel settore.
Proponiamo un protocollo di carattere confederale di Distretto Turistico, che deve coinvolgere l’insieme delle rappresentanze di categoria e delle istituzioni, sulle scelte strategiche e sulle politiche generali e un tavolo categoriale per le politiche di settore e per il lavoro, che definiscano la governance e qualifichino l’adesione al Distretto attraverso anche l’istituzione di un DURC turistico di congruità che abbia al centro lavoro, legalità, trasparenza.
(CGIL Emilia Romagna)