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Carpi, Giovanni Fasanella presenta il suo libro sabato 8 febbraio

Sabato 8 febbraio alle ore 17 all’Auditorium della Biblioteca multimediale Loria di Carpi riprendono per il 2014 gli incontri del ciclo Ne vale la pena, dopo il forfait di Gianluca Morozzi della scorsa settimana. Protagonista dell’iniziativa sarà il giornalista Giovanni Fasanella, che presenterà il suo libro ‘Una lunga trattativa- Stato-mafia: dall’Italia unita alla Seconda Repubblica’. La verità che la magistratura non può accertare. Dialogherà con l’autore Pierluigi Senatore, caporedattore centrale di Radio Bruno.

L’iniziativa è a cura dell’assessorato alle Politiche culturali del Comune di Carpi, in collaborazione con Radio Bruno, CNA, ANIOC, Rock no War e Libreria Mondadori.

Giovanni Fasanella è giornalista, documentarista e sceneggiatore. È autore di molti libri d’inchiesta sulla storia segreta italiana. Nel mare di accuse e veleni che continuano a inquinare i processi in corso sulla trattativa Stato-mafia, con particolare riferimento alle morti di Falcone e Borsellino, e che hanno addirittura coinvolto indirettamente il presidente della Repubblica, Fasanella ritiene che sia necessario provare a spostare il nostro angolo visuale e fare un passo indietro. La storia può aiutare a capire che cosa sta succedendo. La partita è troppo grossa perché possa rimanere nelle aule di un tribunale. In gioco è la Repubblica italiana, il nostro Stato. Entrambi nati con l’appoggio fondamentale della mafia. L’autore spiega come e perché. Dalla vittoriosa cavalcata di Garibaldi aiutato dai picciotti siciliani durante la spedizione del 1860 agli omicidi impuniti d’inizio secolo che contaminano il tessuto economico-finanziario, all’alleanza col fascismo che si limitò a contrastare la manovalanza armata. Poi il patto di sangue con gli angloamericani nel 1943 per indirizzare la pace, seguito dagli omicidi e dalle stragi del dopoguerra perché la sinistra non avesse il sopravvento al Sud, fino alle tragiche vicende oggetto degli attuali processi. Difficile ammetterlo, però è così: la mafia è stata una risorsa decisiva per lo Stato italiano sin dai suoi albori unitari offrendo appoggio anche militare a chi vigilava sul controllo “democratico” del paese e talora a chi sosteneva veri e propri disegni eversivi.

 

















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