Poca chiarezza sulle esenzioni dall’Imu per le strutture del no-profit e la possibile retroattività dell’imposta che genererebbe confusione e cifre astronomiche da pagare all’improvviso con criteri inediti nella fiscalità no-profit. Dopo la bocciatura dell’emendamento Beni-Fanucci alla Camera che chiariva le questioni e garantiva ai circoli che non effettuano utilizzi commerciali delle sedi l’esenzione, Arci Modena chiede ai parlamentari modenesi di intervenire prima che sia troppo tardi. “Sappiamo che la vicenda dell’Imu si inserisce in un quadro di crisi economica, tra esigenze di quadratura dei conti del bilancio dello Stato e di difficoltà di milioni di persone” spiega Greta Barbolini, presidente del Comitato di Modena “Oggi, con molta discrezione e rispetto per le prerogative di tutti Arci Modena è costretta a sottolineare la forte difficoltà in cui l’ulteriore bocciatura in Commissione dell’emendamento al decreto Imu per l’esenzione sulle attività sociali dei Circoli pone queste strutture socio-culturali, dopo una analoga bocciatura alla Camera. Non eccepiamo alcunché sul fatto che si preveda l’esenzione dal pagamento dell’Imu solo nel caso in cui l’ente non svolga attività commerciali, ribadendo quindi i requisiti che tali enti devono possedere, dal divieto di distribuire utili, all’obbligo di reinvestire gli eventuali utili per scopi di solidarietà sociale”.
“Pensiamo – prosegue Barbolini – che la questione non possa essere chiusa così e ci auguriamo che nei prossimi giorni ci possa essere un confronto su questo tema tra il nostro mondo associativo e i parlamentari eletti membri dei gruppi di centro-sinistra”.
“Ci auguriamo – conclude la presidente dell’Arci di Modena che le esigenze di quadratura dei conti non siano una scusa per nascondere un disinteresse verso circoli, polisportive, realtà associative che costituiscono un patrimonio e un tessuto fondamentale del nostro territorio. Noi ci impegneremo al massimo per evidenziare l’urgenza di norme che valorizzino il valore del nostro associazionismo e che non vadano a complicare ancora di più la fiscalità del settore non profit, già oggi poco armonica”.