Il secondo fine settimana del Mese della Memoria e della Legalità, vedrà a Fabbrico delle presenze davvero eccezionali. Sabato 1 e domenica 2 febbraio il teatro Pedrazzoli diventerà infatti la location per la “Rimpatriata dei Burattini “di Abelardo Bianchini, burattinaio legato profondamente alla storia civile e culturale di Fabbrico, dove nacque e visse gran parte della propria vita.
Il progetto della rimpatriata, durato qualche mese, è stato realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune di Fabbrico e i Musei Civici di Reggio Emilia, detentori e proprietari dei burattini del Bianchini, nonché alla partecipazione attiva del nipote dell’artista Romano Cavaletti, di Franco Catellani e Dino Terenziani dell’Istituto Marani di Fabbrico, che hanno curato rispettivamente l’aspetto tecnico e l’aspetto storico dell’iniziativa.
Sabato 1 febbraio alle 10,30 presso la biblioteca, il pubblico avrà quindi la possibilità di assistere all’ inaugurazione della mostra foto-documentaria su Abelardo Bianchini, che sarà visitabile fino alla sera di domenica 2 febbraio. Ancora sabato 1 febbraio, alle 16,30 presso il ridotto del Teatro Pedrazzoli, avrà luogo una presentazione ufficiale dei burattini di Abelardo Bianchini, che sarà seguita dallo spettacolo revival messo in scena dalla “Compagnia Occasionale Bianchini, il cuore del legno” di Franco Catellani.
Come ricorda Romano Cavaletti nel libretto di presentazione della mostra,oltre ad essere burattinaio sceneggiatore delle proprie commedie, buon disegnatore e autore di prosa e poesia, Bianchini fu prima di tutto “un uomo generoso, combattente della prima guerra mondiale “perché indossato m’avevan i panni” ma antimilitarista nel profondo dell’anima, ostinato antifascista che non si è mai piegato al regime e poi sempre schierato dalla parte dei proletari, della Resistenza e del Partito Comunista nel dopoguerra. Un comunista atipico per quegli anni, che professava e scriveva di una religiosità in cui Cristo è stato il primo socialista, e portava le proprie idee nei cortili, nelle stalle, in osteria, nelle feste popolari.”
Abelardo Bianchini nacque nel 1895 a Fabbrico ultimo di 16 figli. Dopo la scuola elementare frequentò corsi serali per disegnatori: la sua passione era fin da ragazzo per l’intaglio e il disegno. Rimasto orfano della madre a soli 14 anni, si trovò a imparare il mestiere di falegname nella bottega di Bernardo Cavaletti. La sua specialità divenne la produzione e la riparazione delle attrezzature agricole e il suo passatempo era costruire giocattoli per i bambini. Abelardo amava leggere i capolavori in versi della letteratura italiana: la Divina Commedia, la Gerusalemme Liberata, l’Orlando Furioso….. si appassionava anche alla storia antica e da tutte queste letture trarrà ispirazione per le commedie dei burattini. Allo scoppio della prima guerra mondiale Abelardo partì per il fronte, esperienza che rafforzò le sue idee antimilitariste e che lo portò anche alla diserzione. Risalgono proprio agli anni passati in guerra i primi scritti, nei quali si manifesta la sua coscienza civile. tornato dalla guerra, iniziò a costruire burattini per diletto, intagliandoli come tanti altri giocattoli. Incoraggiato dagli amici nell’estate 1924 mise in scena la sua la prima recita con i burattini nella corte dei “Tintor”: il Conte Ugolino della Gherardesca, commedia composta da me. Incasso lire 19”.