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Ert, il Consiglio comunale di Modena ha discusso per circa tre ore prima di approvare la delibera

Un dibattito di circa tre ore ha preceduto l’approvazione, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 23 febbraio, della delibera con cui il Comune di Modena dà l’ok all’ingresso del Comune di Bologna in Ert (a favore Pd e Sel, contro Udc, FI-Pdl, Ncd, FdI, Mf, non voto per El, Msa e per Garagnani del Pd).

Nicola Rossi di Modena futura ha parlato della delibera come di “una operazione finanziaria, in cui non si parla di cultura ma di salvataggio aziendale in un momento in cui il Comune non ha i bilanci virtuosi del passato e non si può permettere scelte strategiche sbagliate. A fronte di vantaggi che non si vedono ci sono rischi acclamati”. Anche per il capogruppo dell’Udc Gian Carlo Pellacani “si tratta di una operazione meramente finanziaria. Le metodologie economiche consigliano che sia il compratore a far fare una perizia, non il venditore come in questo caso: chiediamo garanzie, trasparenza e che si seguano le regole di mercato”. Secondo Luigia Santoro del Nuovo centro destra, “proseguono i favori agli amici degli amici con sperpero di soldi pubblici perché non si vuole abbandonare al suo destino la cooperativa che gestisce l’Arena del sole. Nei prossimi anni la situazione peggiorerà visto che i fondi pubblici sono sempre più a rischio”. Secondo Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia “la delibera comporterà problemi per mancanza di garanzie e verifiche e la Corte dei Conti interverrà. Con questa operazione, in cui manca una visione complessiva che ci sarebbe coinvolgendo anche altre realtà del territorio regionale, Modena perde la leadership di Ert e si va a indebolire la credibilità della Fondazione”. Eugenia Rossi di Etica e legalità ha parlato di “trend di responsabilità inquietante nei confronti della spesa pubblica”, evidenziando che “la cooperativa che gestiva l’Arena del sole per anni ha sperperato risorse pubbliche: dov’era chi doveva controllare?”, ha chiesto. Per il Pdl, Andrea Leoni ha affermato che “le rassicurazioni della Regione valgono poco, perché nel settore cultura continua ad accumulare buchi. Quali controlli ha fatto su quella cooperativa cui ha devoluto così tanti soldi?”, ha domandato aggiungendo che “si tratta di una operazione di soccorso rosso agli amici degli amici”. Il capogruppo Adolfo Morandi ha parlato di “situazione di fallimento” del gestore: “Questo è un salvataggio, non un’operazione di rilievo e non so se farà aumentare la credibilità della Fondazione. È un danno alla città, perché Modena perderà peso e capacità di controllo di Ert per salvare una cooperativa”. Anche per Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it “non si tratta di un investimento in cultura e c’è una forte componente di rischio: se va bene salviamo il teatro, se va male le ricadute peseranno su Ert. Visto che non c’è certezza sulla riuscita dell’operazione e sentite le raccomandazioni dei revisori, non voterò la delibera”.

Per Sel, Ingrid Caporioni ha parlato di “strumentalizzazione”: “Ancora una volta noto che l’opposizione non ama molto investire in cultura. Ert ha grandissima capacità e credibilità a livello internazionale e non capisco come mai ci debbano essere atteggiamenti di chiusura nel momento in cui decide di espandersi con la nostra leadership”. Secondo il capogruppo Federico Ricci, “l’operazione ci permetterà ancor più di essere protagonisti a livello nazionale ed europeo e può determinare per noi una inversione di tendenza senza oneri diretti sull’Amministrazione. Si garantisce inoltre il posto di lavoro a 21 persone che, lavorando nello spettacolo, non godono degli ammortizzatori sociali. Per il Pd, Stefano Rimini ha evidenziato che “l’intervento rappresenta il tentativo da parte di Ert di allargare l’investimento in cultura. Dobbiamo essere orgogliosi di fare operazioni di questo tipo, dimostra che siamo in grado di guardare oltre e di pensare a uno sviluppo. C’è una componente di rischio, ma Ert ha già dimostrato di avere competenze”. Per Luigi Alberto Pini “con questa operazione si può accedere a una serie di facilities con un esborso pari al 10 percento del valore globale, che pareggeremo in 5 anni. C’è un rischio, ma le Fondazioni Cassa di risparmio di Modena e Bologna si prendono l’impegno di coprire eventuali debiti futuri ed è una opportunità cui non possiamo rinunciare”. Secondo Michele Andreana “questa dimensione permetterà a Ert di fare un salto ulteriore di qualità in termini di produzione di cultura. Condivido la scelta, ma la situazione è ad alto rischio e l’esito non è scontato, quindi è importante monitorare l’avvio della società e delle decisioni di assetto con tempestività, fornendo informazioni al Consiglio comunale”. Il capogruppo Paolo Trande ha riconosciuto che “c’è stata una gestione fallimentare dell’Arena del sole e un deficit di monitoraggio delle istituzioni bolognesi. La questione che dobbiamo porci, però, è se, partendo da una situazione di difficoltà, può nascere una progettualità positiva. Ci sono rischi ma il piano industriale presenta un profilo di prudenza sin eccessivo”.

 

















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