Una ‘class action’ per l’alluvione che ha flagellato il Modenese da domenica e’ in procinto di essere intrapresa perche’ sia riconosciuto alle popolazioni colpite il danno subito. Dell’iniziativa si fa portavoce e referente l’avvocato Massimo Jasonni, professore della Facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia.
“Si sono rivolte al mio studio – precisa Jasonni in una nota – numerose famiglie che con l’alluvione, in un attimo, hanno perso tutto. Vivono sfollate, come in tempo di guerra, nella consapevolezza che le loro abitazioni e i loro domicili professionali, travolti dalle acque, saranno irrecuperabili. E’ crollato un mondo – prosegue l’avvocato – e non sono colpite solo le case, ma anche i circostanti insediamenti industriali, le coltivazioni agricole, gli allevamenti del bestiame. Queste famiglie mi incaricano di collaborare con la Magistratura, approfondendo le responsabilita’ penali, amministrative e civili di un tragico, prevedibile evento che ha cause ben precise in capo agli enti, ai pubblici ufficiali e agli incaricati di un pubblico servizio, che dovevano sovraintendere, e non lo hanno fatto, alla cura del territorio”.
“Mi faccio portavoce – dichiara ancora l’avvocato – del commosso ringraziamento dei miei clienti a quelle prime voci istituzionali e a Confagricoltura, che hanno avuto il coraggio di dire subito la verita’, ovvero hanno puntato il dito non su Giove pluvio o sulle nutrie, quasi non fosse noto a tutti, e da decenni che le nutrie scavano negli argini dei fiumi, ma sul vergognoso stato di degrado dell’ambiente anche nel nostro circondario. Quella che e’ mancata, e radicalmente, e’ stata la custodia delle acque pubbliche e, piu’ in particolare, la cura del corso, dell’alveo e degli argini dei fiumi. Trattasi – dice ancora Jasonni – di beni costituzionalmente protetti, e non solo per la salvaguardia del paesaggio, ma anche per la difesa della vita e della salute dei cittadini. Questa alluvione si situa in un contesto piu’ ampio che esige finalmente Giustizia: siamo diventati non il giardino, come si era, ma la discarica dell’Europa”.
(ANSA)