L’incidenza delle malattie mentali negli adolescenti è oggi molto ben documentata a livello scientifico, dove si mostra come i ragazzi in questo periodo della loro vita siano particolarmente vulnerabili. Si calcola che il 75 percento dei problemi di salute mentale inizi prima dei 25 anni e il 50 percento tra i 12 e i 25 anni. Malgrado questi dati, i giovani con disturbi psicologici e psichiatrici spesso non accedono alle cure di cui necessitano: solo uno su quattro, infatti, riceve un aiuto professionale. La conseguenza è che questa sottovalutazione va ad incidere sulla vita scolastica, lavorativa e relazionale, trascinandosi nell’età adulta.
A partire da questa consapevolezza e dalla rilevanza e urgenza di questi temi, le cattedre di Neuropsichiatria Infantile e di Psichiatria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, guidate rispettivamente dal prof. Ernesto Caffo e dal prof. Marco Rigatelli, si sono fatte promotrici di un convegno internazionale dal titolo “Verso un nuovo approccio alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti: nuovi paradigmi e nuove collaborazioni nella ricerca, nella formazione e nei servizi”, che si terrà domani, 21 gennaio 2014, presso la Camera di Commercio di Modena (via Ganaceto 134) con inizio alle ore 9.00.
L’obiettivo del convegno è quello di presentare i più recenti sviluppi nell’ambito degli studi sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, cui concorrerà un panel di esperti nazionali e internazionali, così da contribuire ad individuare nuovi approcci e nuovi modelli di intervento per gli adolescenti, sostenuta dalla convinzione che si rende sempre più necessaria una trasformazione dei servizi di salute mentale rendendoli più vicini, accessibili, tempestivi ed efficaci nell’intervento.
La psichiatria e la neuropsichiatria infantili sono oggi coinvolte in un processo di radicale trasformazione, che avviene grazie alle recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, più in particolare della genetica e dell’epigenetica, al contributo della ricerca traslazionale, all’implementazione ed alla validazione di modelli di intervento sul benessere mentale che prevedono da un lato l’integrazione tra diverse discipline, dall’altro una cultura della cura che privilegia la prevenzione e la partecipazione attiva della comunità.
“E’ indispensabile – ha affermato il prof. Ernesto Caffo dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – individuare nuove epistemologie, così come superare vecchi modelli di classificazione e logiche semplicistiche causa-effetto. Non si può poi dimenticare lo stigma che ancora oggi è associato alla disabilità mentale e che, laddove non impedisce, certamente ritarda l’intervento su coloro che ne hanno bisogno. I ragazzi devono invece poter accedere con facilità ai servizi di salute mentale, che sempre più dovranno essere <a loro misura>, e partecipare attivamente al percorso di cura. Il rinnovamento dei servizi che auspichiamo dovrà prevedere anche una partecipazione più attiva della comunità stessa alla promozione del benessere delle giovani generazioni, nonché una maggiore attenzione ai più recenti sviluppi delle conoscenze scientifiche in questo settore e dunque ai modelli di trattamento di dimostrata efficacia a livello internazionale. Un esempio, a questo proposito, è rappresentato dal Canada, che ha saputo integrare le risorse a disposizione per sviluppare interventi di eccellenza: l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia può costruire un valido punto di riferimento in questo processo di rinnovamento, proprio a partire dalla collaborazione con questo Paese che ha un sistema di welfare e di formazione comparabile a quello europeo”.
Il convegno, aperto dai saluti del Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, prof. Angelo O. Andrisano, del prof. Paolo Paolucci del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto e del prof. Marco Rigatelli del Dipartimento di Medicina Diagnostica, Clinica e di Sanità Pubblica, entrambi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, sarà introdotto dal prof. Ernesto Caffo, docente di Neuropsichiatria Infantile all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. A seguire interverranno: il prof. Norman Sartorius, Presidente dell’Association for Improvement in Mental Health di Ginevra, il prof. Bennet Leventhal, Presidente del WPA Working Group in Child and Adolescent Psychiatry, il prof. Michel Maziade, docente di Psichiatria presso la Laval University (Canada), Marco Battaglia, professore di Psichiatria presso la Laval University (Canada), il prof. Ian Boechk, Direttore della “Boechk Graham Foundation” di Montreal (Canada).
La sessione pomeridiana del convegno prevedrà inoltre una tavola rotonda dal titolo: “Il futuro della salute mentale dei bambini e degli adolescenti nei prossimi dieci anni: tra scienze traslazionali e collaborazioni multidisciplinari” alla quale interverranno: Sergio Bernasconi, professore ordinario di Pediatria (Univ. di Parma), Giuseppe Cossu, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile (Univ. di Parma), Nicolino D’Autilia, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Modena, Diana de Ronchi, professore ordinario di Psichiatria (Univ. di Bologna), Giovanni Fava, professore ordinario di Psicologia clinica (Univ. di Bologna), Simona Gaudi, ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, Cristina Mussini, professore associato in Malattie infettive (Univ. di Modena e Reggio Emilia), Paolo Paolucci, professore ordinario di Pediatria (Univ. di Modena e Reggio Emilia), Paolo Stagi, Direttore del Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Azienda USL di Modena.