Prende il via la “Scuola dei Beni Comuni” lunedì 20 gennaio alle ore 20.45 alla Gabella di via Roma, primo appuntamento con “Reclaim the future. Disuguaglianze inaccettabili e futuro negato, opportunità per le giovani generazioni”. L’incontro vedrà la partecipazione di Maurizio Franzini (Università La Sapienza) e Eleonora Ferrari (Università di Bologna) che dialogheranno sulla situazione di un paese che sta bloccando l’accesso al mondo del lavoro e delle opportunità di crescita le giovani generazioni. Un paese bloccato dove i figli ereditano le disuguaglianze – o le opportunità – dei padri: per la maggioranza dei giovani italiani la ‘scalata’ sociale ed economica è impossibile e ampie distanze la separeranno sempre dal ristretto gruppo dei ‘più fortunati’. Per ridare mobilità economica e sociale all’Italia, per intraprendere una battaglia di modernizzazione, per fare in modo che le ‘scalate’ tornino a essere possibili, occorre agire su quelle manifestazioni della disuguaglianza nei redditi e nelle ricchezze che oltre a essere inaccettabili sono ostacoli alla vera eguaglianza delle opportunità.
LA SCUOLA DEI BENI COMUNI
La terra chiede una nuova storia: la storia di un mondo dove ci sia posto e collaborazione per tutti e tutto. Tale storia ci invita a guardare ciò che ci unisce più di ciò che ci divide. Non abbiamo solo un patrimonio genetico comune, abbiamo un patrimonio culturale comune, fondato su un insieme di aspirazioni condivise: la sicurezza, il benessere dei nostri cari e la giusta partecipazione alle possibilità della vita. Le nostre aspirazioni ci spingono a capire che un’efficace gestione della biosfera è essenziale, che la responsabilità sociale deve trovare l’armonico equilibrio tra l’esigenze di breve e di lungo termine e che i cittadini, se informati, possono efficacemente auto-organizzarsi per gestire i loro bisogni e le loro relazioni. Le aspirazioni di noi tutti sono realizzabili se ci avviciniamo al paradigma dei beni comuni: il ricco serbatoio di risorse naturali e culturali dai quali dipendiamo per la vita. La Scuola dei Beni Comuni nasce per consentire alle persone e alle organizzazioni di condividere e accrescere la loro comprensione e la partecipazione ai beni comuni locali e globali.
Mentre il termine “beni comuni” è stato in uso per secoli in diversi contesti, il “bene comune globale” è una recente concettualizzazione di una visione che non ha età e ha diversi significati: le risorse sono condivise da tutta l’umanità, come il cielo, gli oceani, l’internet, la conoscenza umana, in altre parole il pianeta stesso; la somma di tutti i vari beni comuni locali in tutto il mondo sono il presupposto operativo affinchè le risorse naturali della terra e le risorse culturali dell’umanità siano equamente distribuite e sostenibili, custodendole per il bene di tutti sia oggi che per le future generazioni.
La Scuola dei Beni Comuni nasce da un percorso fatto da associazioni del territorio e dai cittadini, che dai Referendum Acqua, Ambiente e Giustizia 2011 hanno costituito un tavolo di coordinamento e promosso le Giornate dei Beni Comuni.
BANNING POVERTY
La scuola dei Beni Comuni è collegata alla campagna internazionale Banning Poverty “Dichiariamo illegale la povertà” lanciata nel 2012 con lo scopo di mettere fuori legge le cause strutturali che generano ed alimentano i processi d’impoverimento di interi popoli, gruppi e categorie sociali.
L’obiettivo dell’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” è di ottenere nel 2018, a 70 anni dalla “Dichiarazione Universale di Diritti dell’Uomo”, l’adozione di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che affermi la legittimità della messa fuori legge dei fattori che sono all’origine di una ricchezza inuguale, ingiusta e predatoria e quindi dei processi di impoverimento e di creazione dei poveri.
NOTE BIOGRAFICHE
Maurizio Franzini è professore ordinario di Politica economica alla Sapienza Università di Roma, dove dirige il Dipartimento di Economia e Diritto e la Scuola di dottorato in Economia. Ha diretto il Centro di Ricerca Interuniversitario sullo Stato Sociale dalla sua nascita al 2012 ed è stato co-direttore della rivista “Meridiana” dal 2003 al 2012 Eleonora Ferrari è laureata all’Università di Bologna con una tesi su “Immaginare il futuro in tempo di crisi: il pensiero “corto” dei giovani”.