Maurizio Lastrico, il “dantista di Zelig”, viene diretto da Gioele Dix in “Facciamo che io ero io” a grande richiesta sul palcoscenico del Teatro Duse giovedì 16 gennaio.
Con recitazione gassmaniana la grande scoperta di ZeligOff del 2010, Maurizio Lastrico continua a incantare il pubblico con un nuovo e divertentissimo monologo che somiglia, come linguaggio e come metrica, alla Divina Commedia. Un gioco vecchio come il mondo, quello di parodiare i sacri testi della letteratura italiana, ma che il comico genovese ha portato a livelli eccezionali. Eccolo quindi narrare con strepitosi endecasillabi l’infratto con la fidanzata (“Nel pieno di una notte tarda e afosa/ io e la dama mia sulla vettura / giungemmo in camporella in zona ascosa”) o la ricerca di un parcheggio sotto casa (“concentrico girar per quasi un’ora / nemmanco scruto posto a pagamento/ e già su scroto mio fa muschio e flora”) e altre disavventure contemporanee.
Non solo uno spettacolo, ma a anche un libro comico (“Nel mezzo del casin di nostra vita” ed. Mondadori, 2011) particolarmente adatti per chi ha il palato fine.
Di lui chi meglio può parlare se non Gioele Dix, che lo dirige in questo nuovo spettacolo: “Nel teatro ci sono leggi non scritte che regolano da sempre i rapporti fra chi sta sul palco e chi si trova in platea, una sorta di patto basato sulla mutua fiducia.
Ecco, quando Maurizio Lastrico entra in scena, il pubblico si predispone istintivamente a ridere, perché capisce che è arrivato un attore comico di cui si può fidare. E subito si lascia conquistare dalla sua elegante figura dinoccolata, dalla sua originale e ariosa gestualità, da quella particolare fisicità che lo contraddistingue, generosa, a tratti debordante, eppure mai invadente, segno indiscutibile della sua innata, civile educazione.
Lastrico sovverte l’idea della comicità tutta di pancia, impulsiva, fisiologica. La sua carta vincente è nella qualità dei testi e nell’energia comunicativa, quella famigerata e tanto rara vis comica che gli permette di far ridere grazie a parole che prendono letteralmente corpo. Una ricetta speciale, frutto del suo talento, che ha per ingredienti risolutivi un’intelligenza vivace, un’inesorabile e feroce ironia, una discreta dose non esibita di cultura, che non guasta mai. In “Facciamo che io ero io”, Maurizio Lastrico intreccia fra loro resoconti sulle sue origini, cronache su incontri e personaggi del presente, riflessioni su sogni e sfide per il futuro. Costruisce così un racconto teatrale dal peso specifico molto superiore a quello di un puro monologo di intrattenimento, grazie a una lingua mai sciatta e a una recitazione consapevole dei propri mezzi.
In tale contesto, il suo “marchio di fabbrica”, gli endecasillabi danteschi che lo hanno reso famoso, appaiono come il linguaggio più adatto a descrivere ed esorcizzare i disagi della contemporaneità, una sorta di alfabeto musicale e letterario per comporre il mosaico di inferni e purgatori quotidiani. Nell’attesa forse vana di qualche saltuario sprazzo di paradiso.
Maurizio Lastrico riesce dunque a conciliare lo stile frammentario, sintetico, folgorante delle sue fortunate esibizioni televisive con la sua indole di attore teatrale che pratica e nobilita l’approfondimento mimetico, l’introspezione, la cura del dettaglio. Dirigere Maurizio Lastrico è un’avventura stimolante e impervia, che implica concentrazione, rigore e attenzione, sia ai massimi sistemi che alle sfumature.
Non una passeggiata, insomma. È questo il suo bello”.
Gioele Dix
**************
Prevendite presso la biglietteria del Teatro Duse (dal martedì al sabato dalle 15 alle 19), nei punti prevendita Vivaticket.
Biglietteria e informazioni: Via Cartoleria, 42 – tel. 051 231836 biglietteria@teatrodusebologna.it