“Siamo di fronte a una situazione che permane molto critica”. Così il presidente della Giunta regionale, Vasco Errani, ha aperto il proprio intervento sull’attuazione del Programma di Governo, durante il quale ha toccato i punti più dolenti dello scenario internazionale, per inquadrare la situazione della regione, dove i dati segnalano che siamo ancora dentro la “crisi più grave della nostra storia”. Ci troviamo, quindi, in un “passaggio cruciale”, – ha aggiunto – dove serve “una svolta vera”, che, in primo luogo, deve toccare “le politiche europee”, che o cambiano o la prospettiva diventerà sempre più critica non solo per l’Italia, ma per l’intero continente. “La politica dell’austerità, infatti, – ha evidenziato – non è stata in grado di mettere l’Europa lungo la filiera della crescita”, di qui la necessità di invertire la rotta.
Poi ci sono gli altri due snodi: la riforma istituzionale e quella della spesa pubblica, con una “nuova spending review”, che sappia riorganizzare la spesa non tagliando a monte, ma in rapporto alle scelte prioritarie. Errani, a questo proposito, ha puntato il dito sui tagli a sanità, enti locali e Regioni, che hanno portato a una riduzione netta della spesa, a fronte di tagli solo annunciati della pubblica amministrazione in generale, che hanno condotto, invece, a un incremento dei costi. L’obiettivo – ha aggiunto – è “sostenere la crescita”, attraverso una politica industriale che il nostro paese non ha da anni e che è invece “strategica”. L’Italia – ha sottolineato – non può perdere l’occasione di cambiare la politica nazionale e noi faremo la nostra parte. In questo quadro – ha detto ancora – l’Emilia-Romagna ha cercato di lavorare su due traiettorie parallele: quella dell’attraversamento della crisi, sui cui “continueremo a investire”, e quella di una strategia della crescita, fondata sull’economia collegata alla qualità sociale. Sul primo punto, Errani ha rivendicato il “lavoro di assoluta qualità fatto”, con la gestione di migliaia di situazioni di crisi. In questo quadro, a suo avviso, sono strumenti fondamentali gli ammortizzatori in deroga, ma è anche “arrivato il momento per fare una riflessione strutturale sugli ammortizzatori”, così come “un’altra leva è il sostegno al credito”, benchè alcune norme sul credito vadano “riviste”, inoltre si deve pensare a un’aggregazione dei consorzi fidi per fare “massa critica e avere la capacità di dare risposte ai problemi”. Ci sono poi anche note positive sul piano dell’internazionalizzazione e dell’export e su quello dell’agricoltura che, pur con dinamiche congiunturali, è in crescita, con un salto di qualità che si rivelerà strategico. Un altro dei settori citati da Errani quello della formazione, oggetto di “un’innovazione importantissima” “all’avanguardia sul piano nazionale”, con risultati sull’”occupabilità”. Da qui il discorso sull’utilizzo dei fondi europei, che la Regione Emilia-Romagna ha dimostrato di “saper gestire e spendere”: “la sfida” che ci troviamo davanti – ha spiegato – è la nuova programmazione perché le risorse europee saranno le più importanti dal 2014 al 2020 di cui l’Italia potrà disporre, un’opportunità da non perdere. Il presidente ha poi toccato il tema del terremoto, con una notazione sulla ‘burocrazia”, l”esperienza di questi mesi è stata molto impegnativa”, e le questioni di sanità e welfare: “conti a posto in sanità per il 2013, – ha segnalato – e non è cosa di poco conto se rapportata ai tagli”. Siamo tuttavia occupati – ha aggiunto – in un processo di riqualificazione che dobbiamo fare, con un occhio alla qualità e all’appropriatezza dei servizi. Tra gli altri punti citati nella comunicazione: il trasporto pubblico locale, “su cui continuiamo a investire”, e la messa in sicurezza del territorio, con l’obiettivo di costruire un Piano della gestione dei rischi.
IL DIBATTITO
Sommario
Critico Marco Lombardi (Fi-Pdl) sui bilanci “ingessati” della Regione: Errani “bravissimo” in “difesa”, ma non va all’attacco sulla “crescita”. Per Franco Grillini (Misto) bisogna puntare su una “cultura tecnologica” d’eccellenza e investire sui tecnopoli. Se per Roberto Sconciaforni (Fds) bisogna cambiare le politiche nazionali di austerity perché così non si esce dalla crisi, a parere di Mauro Manfredini (Lega nord) “non si deve lasciare indietro neppure un euro dei finanziamenti europei”. Per Anna Pariani (Pd) l’Emilia-Romagna deve avere un ruolo nazionale nei processi di innovazione: “Chi sta fermo muore, chi non ha il coraggio di produrre innovazione muore”. Giovanni Favia (Misto) afferma che non sono cambiati i contenuti della comunicazione di Errani, ma è cambiato Errani che “è un presidente più debole”. Silvia Noè (Udc) riscontro una grande criticità riconducibile alla crisi del settore produttivo, per cui serve un rilancio
Resoconto
Il limite del documento illustrato da Errani è, a parere di Marco Lombardi (Fi-Pdl), quello di non far emergere i risultati raggiunti rispetto alle previsioni, misurando il grado di attuazione o meno dei progetti. Lombardi ha poi ripercorso i temi toccati dal presidente, mettendo in evidenza l’altra faccia della medaglia. Insomma, insieme alle luci, ci sono anche molte ombre. “Corretta” l’analisi internazionale e il porre l’accento sulla necessità di rivedere le politiche europee, ma – ricorda il consigliere – c’è stato qualcuno, riferendosi al governo Berlusconi, che in passato si è posto questo problema ed è stato deriso: riconoscerlo potrebbe colmare le divisioni e aiutare a sostenere una battaglia comune in Europa. Il consigliere auspica, quindi, tagli “selettivi alla spesa” anche in Emilia-Romagna, dove i bilanci “sono ingessati”: anche qui – afferma – si preferisce tagliare a monte e non razionalizzare. Per quanto riguarda la cultura politica, Errani è “bravissimo” in “difesa” – segnala Lombardi – ma non va all’attacco sulla “crescita”, dove bisognerebbe “mettere una marcia in più” e contare su una “squadra diversa”.
Anche Franco Grillini (Misto) fa un’analisi impietosa della situazione europea e in particolare dei Paesi del sud a rischio. Se non si interviene con iniziative concrete, questa la sua opinione, non ne usciamo. Grillini è poi d’accordo con Errani sulla necessità di promuovere nuovamente una politica industriale nazionale. Non sono un”industrialista” – ha detto – ma non si può pensare che il Paese subisca una “deindustrializzazione”. Bisogna tuttavia puntare anche su una “cultura tecnologica” d’eccellenza e investire, come ha fatto la Regione, sui tecnopoli. Sui costi della politica, Grillini vede positivamente l’abolizione del Senato a favore di una Camera delle Regioni, ma ammonisce anche a “porre una diga all’ondata populista” in atto, anche attraverso riforme istituzionali che diano “segnali forti”.
Roberto Sconciaforni (Fds) considera importante riflettere sul contesto internazionale per inquadrare la situazione dell’Emilia-Romagna. Mi rammarico – ha detto – che il premier Letta non abbia lo stesso orientamento di Errani sull’Europa. E’ un grosso problema: gli forzi e gli impegni importanti assunti dalla Regione rischiano di essere vanificati dal perdurare di politiche nazionali di austerity che devono essere cambiate, pena la possibilità di cadere nel baratro anziché quella di uscire dalla crisi, che è tutta europea, visto che altri Paesi non sono nelle stesse condizioni recessive registrate in Italia e in gran parte del vecchio continente. Un’altra critica di Sconciaforni è diretta al fiscal compact: nel 2014 arriverà una “mazzata bestiale”, con tagli e manovre per 40 miliardi di euro all’anno: ma il Paese non può uscire dalla crisi con i tagli, impoverendo le persone: serve “una politica di crescita, crescita ecocompatibile, ma crescita”. Per quanto riguarda la riforma degli ammortizzatori sociali, Sconciaforni ha evidenziato le “proposte concrete della Fiom”, tra cui quella di finanziare i contratti di solidarietà.
Bisogna far sentire la nostra voce in Europa, che ha messo “il cappio al collo a quasi tutti gli Stati membri”. Lo ha dichiarato Mauro Manfredini (Lega nord), ribadendo come “non si debba lasciare indietro neppure un euro dei finanziamenti”. Il consigliere condivide che si dia priorità ai problemi delle piccole e medie imprese e dell’occupazione: “è lì che bisogna investire”. Sì anche alle riforme, con la richiesta a Errani di “accordarsi con le altre Regioni del Nord”. Ma ci sono anche molti miglioramenti da fare: il documento di quest’anno è infatti, a suo parere, la fotocopia di quelli passati e questo dà il segno di quanto siano “lunghi e indolenti” i processi regionali. Dunque, analizzare criticamente l’andamento e gli obiettivi della politica regionale, ma intervenire – a suo parere – anche sulla riduzione e la riqualificazione della spesa. Di qui, un’analisi approfondita di Manfredini sui punti toccati da Errani, con una notazione sulle zone terremotate, dove la macchina per la ricostruzione “pare aver riprodotto, sotto molti aspetti, le inefficienze tipiche della pubblica amministrazione”.
I riferimenti all’attività del governo nazionale anche in rapporto all’Europa non devono generici, ma devono riferirsi al ruolo che noi svolgiamo e registrare la spinta al cambiamento che nasce da questa Regione. Lo ha detto Anna Pariani (Pd) che ha ribadito la “chiara visione di chi siamo e dove siamo”, enfatizzando la capacità e l’efficienza della struttura amministrativa, per esempio nell’utilizzo dei fondi europei, anche di fronte all’emergenza è questa una Regione in grado di rispondere producendo qualità. Pariani ha poi ribadito cosa significhi, di fronte alla crisi, la salvaguardia della comunità in termini di giustizia sociale: in questa regione, infatti, “la distanza fra chi ha di più e chi ha di meno è più corta che altrove”. Ed è anche per questo che l’Emilia-Romagna deve avere un ruolo nazionale nei processi di innovazione che ci toccano in una sfida per il futuro: “Chi sta fermo muore, – ha segnalato – chi non ha il coraggio di produrre innovazione muore”. “Una sfida – ha aggiunto – che è anche politica: noi dobbiamo guardare a domani, perché, in caso contrario, la Regione sarà tirata indietro”. Pariani ha poi fatto riferimento al sistema dei servizi sociali, “siamo una delle più grandi Regioni d’Europa e non un euro è stato tagliato al welfare”, e al sistema sanitario, siamo di fronte a un grande cambiamento che deve essere realizzato con una discussione pubblica e non solo con una discussione fra addetti ai lavori.
Per Giovanni Favia (Misto) non sono cambiati i contenuti della comunicazione di Errani, ma è cambiato Errani che “oggi è un presidente più debole, sia per le vicende interne del partito, sia per situazione economica, sia per l’appoggio di un ‘Assemblea largamente delegittimata dai fatti comparsi sugli organi di stampa”. La Regione, a suo avviso, riscuote meno consenso, c’è sfiducia nelle istituzioni e confusione. “Non sto chiedendo le dimissioni del presidente – ha chiarito – però chiedo se sia un bene per la comunità andare avanti o dare un segnale forte per far riprendere la fiducia nelle istituzioni”.
Favia ha assicurato di non parlare da “qualunquista”, ma intravvede una situazione paragonabile a una “candela che si sta spegnendo”.perchè “le cose sono cambiate” e si avverte “uno scollamento totale”, senza segnali forti e cambiamenti radicali, per esempio nel sistema organizzativo della sanità o nella promozione delle grandi opere.
Ho una chiara visione dello stato di salute della regione Emilia-Romagna – ha dichiarato Silvia Noè (Udc) – e riscontro una grande criticità riconducibile alla crisi del settore produttivo, in prevalenza di piccole e piccolissime imprese. Aziende che di fronte all’emergenza terremoto fanno fatica a capire come stare in piedi e fa piacere – ha aggiunto – che Errani ci dica che bisogna ripartire rilanciando questo tessuto produttivo, che dividerei fra imprese che vanno bene, imprese decotte e imprese che avrebbero prospettive, ma devono affrontare ostacoli. Di fronte a questa pluralità di situazioni, la Regione deve dare risposte diverse ed è in particolare sul terzo tipo di aziende, che sono migliaia, che Noè chiede si concentrino gli sforzi, anche a costo di smobilitare altre risorse dove non servono. Se la priorità è il rilancio dell’occupazione e dell’economia – ha ribadito – è lì che dobbiamo concentrarci, è lì che la Regione deve avere un ruolo effettivamente attivo, senza compromessi.
Errani, infine, ha brevemente replicato ai consiglieri intervenuti, ricordando tra l’altro che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha messo al centro un cambio delle politiche per l’Europa, assicurando che la Regione non è ferma, ma in movimento, che c’è la massima attenzione per le imprese, di cui si riconosce il ruolo strategico e la loro funzione sociale sul territorio.