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Rapporto Pendolaria 2013: 2,9 milioni di pendolari viaggiano spesso in treni da incubo. E sulla Modena-Sassuolo aumentano gli utenti

ferrovia_treno_modena_sassuoloI soliti vecchi treni sono diminuiti, non perché siano stati sostituiti dai nuovi ma perché sono stati tagliati, e quindi quelli rimasti sono sempre più affollati. Per i pendolari italiani il servizio offerto non fa che peggiorare: dal 2009, mentre i passeggeri del Belpaese aumentavano del 17%, le risorse statali per il trasporto regionale si sono ridotte del 25%. Sono quasi 3 milioni le persone che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare, più degli elettori alle primarie del PD, eppure di loro non si occupa nessuno. Nonostante i clamorosi tagli alle risorse imposti dalla crisi negli ultimi anni, per la politica nazionale, la questione della mobilità pendolare è chiaramente inesistente.

Il rapporto Pendolaria 2013 di Legambiente, sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia, è stato presentato questa mattina a Roma.

Complessivamente sono oltre 2milioni e 861mila i passeggeri sul servizio ferroviario regionale della Penisola. Ma gli ultimi tre anni sono stati il periodo più nero della storia dei trasporti ferroviari locali e per la vita dei pendolari.

Nel 2013 molte regioni hanno deciso di tagliare i servizi e di aumentare il costo dei biglietti, tra queste la Campania e il Piemonte, dove a causa dei tagli al servizio (-19% in Campania e -10% in Piemonte) si contano oltre 110.000 viaggiatori pendolari in meno.

In Emilia-Romagna la situazione attuale non è drammatica come quella di Campania e Piemonte, ma sulla stessa china scivolosa: nonostante la domanda di servizio sia in continua crescita, i tagli effettuali al servizio ferroviario locale dal 2011 al 2013 sono stati pari al 5,9%.

Nessun taglio invece sull’autotrasporto, dove a livello nazionale sono piovuti dal 2000 al 2013, oltre 5,3 miliardi di euro. Tra fondi diretti e sconti sui pedaggi autostradali, per circa 500 milioni in media l’anno a cui vanno aggiunti 330 milioni di euro già stanziati per il 2014.

Anche le Regioni continuano a scegliere strade e autostrade come investimenti prioritari: queste infatti rappresentano il 60% degli stanziamenti regionali contro il 40% per ferrovie e metropolitane. La Regione Emilia-Romagna, ad esempio, sta investendo 180 milioni di euro di risorse pubbliche per la realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana, ma sono molteplici i faraonici progetti autostradali in ballo sul nostro territorio. Oltre alla Cispadana, si prevede di realizzare la Orte-Mestre (E55), la Tirreno-Brennero, il Passante Nord di Bologna, la bretella Campogalliano-Sassuolo, tutte opere infrastrutturali che andranno ad incentivare il traffico su gomma in una regione in cui l’inquinamento atmosferico è ormai un’emergenza all’ordine del giorno: tutti i capoluoghi di provincia sforano infatti ormai da molti giorni consecutivi i limiti di PM10.

Suona ironico inoltre che si taglino linee ferroviarie come la Parma-Fornovo, in un territorio dove il problema della polveri sottili dovute anche al traffico veicolare è gravissimo: Parma infatti supera i limiti di PM10 dal 28 novembre, quindi ormai da 19 giorni consecutivi.

«L’emergenza smog e il malessere sociale – afferma Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna – sono lampadine di allarme che dovrebbero richiamare l’attenzione ad investire sui servizi utili alla cittadinanza. Oggi infatti la vera domanda del territorio è anche quella di avere un trasporto pubblico locale dignitoso per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Al contrario gli amministratori locali continuano a chiedere risorse per le autostrade: l’ultima in ordine di tempo, la E55 invocata dalle maggioranze di Cesena e Ravenna. È vero che la nostra regione ha finora cercato di tenere, tagliando meno di altri nel trasporto ferroviario, ma è anche vero che le priorità che emergono dall’agenda regionale vanno decisamente in direzione opposta».

I numeri della Rete Ferroviaria dell’Emilia-Romagna

Sono circa 1.400 i chilometri di rete ferroviaria in Emilia-Romagna, di cui circa 1.050 di competenza statale e 350 di competenza regionale. Secondo i dati del Servizio Ferrovie dell’Emilia-Romagna, i viaggiatori che usano quotidianamente i treni del trasporto regionale sono circa 143.000 al giorno. Nell’intero arco del 2012 i pendolari hanno superato i 41.000.000. E stando ai dati forniti dalle due aziende ferroviarie (Trenitalia e FER) che fanno parte del Consorzio Trasporti Integrati si evidenzia una crescita costante del numero di passeggeri trasportati.

L’incremento maggiore come frequentazioni della rete regionale si è però registrato sulle linee regionali, che nel complesso hanno avuto una crescita annuale di utenza pari all’11 per cento. Riguardo ai saliti/discesi nel giorno feriale medio invernale sulla rete regionale, facendo un confronto tra i dati del 2011 e quelli relativi al 2012, emergono in termini di cresita la Parma-Suzzara, la Ferrara-Codigoro, la Bologna-Vignola e la Modena-Sassuolo. Cresce, anche se in maniera minore, la Bologna-Portomaggiore, mentre c’è una sostanziale conferma per la Suzzara-Ferrara e le Linee Reggiane, che però avevano già avuto un notevole aumento nel 2011.

L’Emilia-Romagna è sicuramente tra le regioni italiane che negli ultimi anni ha cercato di mantenere invariati i fondi stanziati per la mobilità rotabile, come dimostrano i dati di Pendolaria riassunti nella Tabella. Ma, a fronte di un sostanziale aumento del numero di pendolari, anche qua abbiamo assistito a riduzioni negli stanziamenti ed aumenti delle tariffe: dal 2011 al 2013 le risorse sono diminuite registrando tagli ai servizi pari al 5,9 per cento, e parallelamente il costo del biglietto è cresciuto del 14,4 per cento. Secondo il dossier di Legambiente il totale della spesa che nel 2013 l’amministrazione regionale ha destinato al servizio ferroviario pendolare è pari allo 0,54 per cento dell’intero bilancio.

La qualità dei servizi

A rendere più cupa la fotografia del servizio ferroviario della nostra regione non sono solo quei valori quantitativi, numericamente misurabili, ma anche e soprattutto il livello qualitativo del servizio offerto ai pendolari nostrani, che si può registrare solamente tramite le segnalazioni e le istanze che arrivano da cittadini e comitati, studenti e lavoratori che quotidianamente si spostano con i treni.

Linea Modena-Sassuolo

Era una di quelle linee “a rischio soppressione”, nonostante gli oltre 2.000 frequentatori che come media del 2012 hanno usato quotidianamente il treno elettrico: un incremento del numero di utenti dal 2011 al 2012 che si attesta attorno al 14%. Lavoratori e studenti pendolari del treno soprannominato “Gigetto” sono corsi ai ripari per tempo, e hanno costituito un Comitato per tutelare la ferrovia verde. Su questa linea Legambiente sta lavorando insieme al Comitato, a Fiab e Salvaiciclisti per mantenere accesi i riflettori e mobilitare anche i Sindaci nella “battaglia di cività”. Proprio oggi si è svolta un’iniziativa in stazione centrale a Modena e sul treno in direzione Sassuolo per coinvolgere tutti i pendolari e dimostrare che non esistono Pendolari di serie A e Pendolari di serie B. In questa occasione, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Fiorano Modenese, Marco Busani, ha firmato il Manifesto di Pendolaria “Siamo tutti sullo stesso treno” come presa di impegno ufficiale da parte del Comune della linea.

 

Frequentazione passeggeri Rete Regionale – Media saliti/discesi al giorno

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Tagli e aumenti tariffari dal 2011 al 2013

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LA SPESA DELLE REGIONI PER IL SERVIZIO FERROVIARIO PENDOLARE 2013

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