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Questo pomeriggio a Modena, presso il Centro servizi dell’Università, un incontro dedicato alle terapie intensive aperte

Terapia-intensiva-moenaTerapie intensive aperte, nelle quali cioè i familiari possono accedere sempre, fatto salvo il rispetto di poche semplici regole: un’esperienza complessa e al tempo stesso straordinaria per i parenti, e che ha cambiato la vita, non solo professionale, degli specialisti che lavorano in questi spazi ad alta intensità di cura.

Da luoghi difficilmente accessibili, che spesso spaventano chi non ne conosce l’organizzazione, le terapie intensive si sono trasformate in luoghi di cura in cui il rapporto umano tra personale sanitario, pazienti e loro familiari raggiunge un’intensità tutta speciale.

Di questo si è parlato oggi pomeriggio in occasione di un convegno promosso dal Policlinico di Modena in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia al quale hanno partecipato, tra gli altri, Angelo Andrisano, Rettore dell’Università di Modena, Alberto Pasetto, direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Modena, Alberto Giannini della Rianimazione Pediatrica del Policlinico di Milano, e Licia Petropulacos, direttore del Policlinico di Modena.

Il pomeriggio si è concluso con una tavola rotonda introdotta da un video, realizzato per l’occasione, dal titolo “Terapie intensive aperte: si deve fare”; si tratta di un breve racconto attraverso il quale gli operatori sanitari raccontano la loro positiva esperienza che li ha visti passare da regole molto restrittive a un’apertura sempre più ampia di un reparto spesso temuto e poco conosciuto.

 

La Terapia Intensiva del Policlinico di Modena

 Collocazione: Nuovo Blocco Tecnologico, ingresso 1, piano 2

 Posti Letto: 12

 Equipe Anestesia e Rianimazione 1: 19 medici

 Equipe Terapia Intensiva: 10 medici, 6 medici in formazione, 40 unità di personale infermieristico

 Pazienti seguiti annualmente: 1000 circa

Un po’ di storia. La TIPO (Terapia Intensiva Post-Operatoria) esiste dal 2000, attivata in seno alla Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione 1 diretta dal prof. Alberto Pasetto. In origine era una “rianimazione chirurgica” che accoglieva i pazienti dopo l’intervento. Esisteva una “rianimazione medica” situata al piano terra, ingresso 1, che ricoverava i pazienti che necessitavano di interventi di rianimazione a seguito di una patologia e non di un intervento chirurgico. Oggi questa distinzione è superata ed esiste una sola Terapia Intensiva che ricovera un migliaio di pazienti all’anno. Di questi il 30% sono pazienti che si risvegliano dopo la sala operatoria, il restante provengono dal Pronto Soccorso o da altri reparti per patologie sopraggiunte durante il ricovero.

Massimo-GirardisProgetto Terapie intensive aperte. Dal 2006 il Policlinico di Modena ha iniziato il progetto Terapie Intensive Aperte H24 per i parenti dei pazienti ricoverati, che dal 2009 è stato inserito dalla Regione – Emilia Romagna tra i suoi obiettivi. “Uno dei motivi per cui abbiamo cominciato a porci il problema di come accogliere i parenti dei ricoverati è il fatto che la nostra Terapia Intensiva è centro di riferimento provinciale per i pazienti pediatrici che costituiscono il 10% dei nostri ricoverati, ai quali si aggiungono un 2-3% di donne gravide. È del tutto evidente che questi pazienti ci hanno portato a valutare precocemente il problema di una diversa accoglienza in terapia Intensiva”. Ha spiegato il prof. Massimo Girardis, responsabile della Terapia Intensiva.

 

 

 

 

















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