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Emendamento A22 ritirato, l’amarezza di Sabattini

SabattiniIl mancato accoglimento da parte del governo dell’emendamento sulla concessione di Autobrennero è «una pessima notizia, della quale non si capisce la ragione». Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini si dice «amareggiato e deluso per il ritiro dell’emendamento alla legge di stabilità presentato da parlamentari di forze politiche e territori diversi per sbloccare la situazione di stallo in cui si trova Autobrennero spa e far partire gli investimenti già previsti. Il governo – osserva Sabattini – ha deciso di lasciare spenti i motori delle crescita e dello sviluppo in una delle più importanti aree industriali del Paese, una delle più sviluppate e che, dopo il sisma, avrebbe un bisogno vitale di infrastrutture strategiche come la Cispadana per ripartire».

Sabattini ricorda infatti come «la situazione di stallo in cui si trova da anni la concessione ad Autobrennero stia di fatto bloccando investimenti per oltre tre miliardi di euro. Investimenti a costo zero per lo Stato, che significano più entrate Irpef e Iva, che portano occupazione e sviluppo. Che senso ha rinunciare a tutto questo? Si temevano problemi con l’Unione Europea? Allora – aggiunge Sabattini – andavano affrontati con lo spirito giusto. Non ha forse detto il premier Letta che l’Europa non deve essere un elemento di freno allo sviluppo?»

Sabattini, si dice «profondamente amareggiato anche perché il presidente del Consiglio non ha ancora trovato il tempo per incontrare le istituzioni di questi territori. Se la legge di stabilità non era lo strumento giusto, se ne individui un altro: quando c’è la volontà tutto è possibile, e il tempo per farlo c’è ancora. Quello che non è possibile – aggiunge il presidente – è ignorare una situazione che negli anni è diventata un paradosso. Ripeto: non chiediamo soldi allo Stato, chiediamo che lo Stato non ostacoli i progetti di sviluppo di un’area strategica per il Paese, progetti che imprese private sono pronte a finanziare e realizzare». Se questo non dovesse accadere «le istituzioni perderebbero definitivamente credibilità agli occhi dei cittadini e dell’opinione pubblica, perchè agli annunci non seguono, quando è il momento di decidere, i fatti».

 

















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