Chiusi alle 13 i lavori della mattinata, con l’Aula ferma al dibattito sull’articolo 20 del progetto di legge di modifica della norma “Disciplina dell’intervento pubblico nel settore abitativo” (l.r.24/2001), e, in particolare, sui due emendamenti, l’uno a firma Franco Grillini (Misto), Liana Barbati (Idv) e Giovanni Favia (Misto) e l’altro sottoscritto solo dai primi due, che modificano i commi 3 e 4 di questo articolo.
Nei commi in questione si intende “per nucleo avente diritto all’assegnazione dell’alloggio ‘la famiglia costituita dai coniugi’ (comma 3) nonché ‘il nucleo di persone anche non legate da vincoli di parentela o affinità qualora la convivenza abbia carattere di stabilità e sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale’ (comma 4)”.
L’attuale formulazione appare ai firmatari “lacunosa” e “giuridicamente censurabile sotto il profilo della legittimità costituzionale nella parte in cui non considera anche il nucleo familiare composto da persone dello stesso sesso”.
Il voto su emendamenti e articolo è quindi rimandato alla ripresa dei lavori pomeridiani dell’Aula.
Durante la seduta antimeridiana sono stati esaminati e votati i primi 19 articoli del progetto di legge, oltre a una settantina di emendamenti, di cui approvati solo due a firma del relatore Mario Mazzotti (Pd).
Ampia la discussione, in particolare, sull’articolo 13 del progetto di legge (che modifica l’articolo 15 della legge 24, “Utenti”, che comprende i requisiti per conseguire l’assegnazione degli alloggi di erp e delle abitazioni in locazione).
Su questo articolo insistevano 11 emendamenti, 8 di Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), uno di Silvia Noè (Udc) e uno di Manes Bernardini e Mauro Manfredini (Lega nord), tutti bocciati, e uno del relatore Mazzotti, accolto.
Tra gli obiettivi di Bernardini quello di premiare “l’anzianità di residenza in Emilia-Romagna”, ma anche le “condizioni soggettive di genitori divorziati e separati”, di procedere all’”accertamento di beni immobili” detenuti all’estero da richiedenti stranieri: il testo, infatti, a suo avviso, “disconosce la verà realtà a cui dovrebbe dare ascolto”.
Per Bignami bisogna anche favorire l’assegnazione degli alloggi al personale delle forze dell’ordine, come dovrebbero avere priorità “coloro che sono già residenti nel comune in cui viene fatta richiesta”, tutelando comunque “in primo luogo i cittadini italiani”.
Sui requisiti di residenza è intervenuta Noè, puntando su quella “effettiva” che dovrebbe “prevalere rispetto a quella anagrafica”. Qualora la residenza anagrafica – ha detto – non corrisponda a quella di fatto, è opinione della giurisprudenza che sia di quest’ultima che bisogna tenere conto con riferimento alla residenza effettiva.
“Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B”, ma anche a parere di Favia è “giusto valutare l’anzianità di residenza”, così come ci vogliono non tanto un “accesso prioritario”, ma comunque una particolare “attenzione per le coppie separate” e per le forze dell’ordine.
L’ultima parola, tuttavia, l’ha avuta il relatore Mazzotti, che ha anticipato come alcune delle valutazioni emerse dal dibattito verranno affrontate in una successiva delibera dell’Assemblea senza che siano introdotte nella legge. E’ ciò che prevede l’emendamento a sua firma (poi accolto), in cui si legge, tra l’altro, che “l’Assemblea legislativa con apposita delibera specifica i requisiti del nucleo avente diritto per conseguire l’assegnazione degli alloggi di erp e la permanenza negli stessi” e che “nella medesima delibera” si “provvede a rivedere l’incremento massimo ammissibile del reddito degli assegnatari per la permanenza nell’alloggio di erp”: ribadendo quindi il principio di “una maggiore fluidità nel ricambio degli assegnatari”.