Sara Khalil, Ola Amr, Mahinour Sabra, Ahmed Nabil, Mohammed Mahmoud. Sono i nomi dei cinque giovani egiziani che, dopo aver frequentato al Cairo un corso di formazione gratuito sull’imprenditorialità promosso dalla ong bolognese Cestas insieme all’Università cairota, da oggi, giovedì 5 dicembre, sono a Bologna per partecipare a una settimana di incontri e consulenze che permetterà loro di sviluppare le loro idee di business e avviare delle startup nei settori delle nuove tecnologie, della ristorazione, dell’agricoltura biologica e dell’arte.
Il corso, realizzato all’interno del progetto di cooperazione internazionale “Che mediterraneo sia!” con il supporto dell’Università di Bologna e il co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, è partito lo scorso dicembre. “La situazione drammatica che ha vissuto l’Egitto in quei mesi non ha impedito il lancio delle attività – spiega Nada Karaivanova del Cestas –. Purtroppo le sommosse per le strade hanno comprensibilmente causato una presenza di partecipanti inferiore a quella prevista”.
Sono stati comunque venti gli studenti che hanno seguito lezioni e workshop e che, divisi in gruppi, hanno poi realizzato undici diversi business plan. Una commissione, composta da quattro docenti dell’Università del Cairo e da Daniele Scarpi, professore di marketing dell’ateneo bolognese, ha selezionato le cinque migliori idee per originalità, concretezza e fattibilità, offrendo agli autori l’opportunità di svolgere in questi giorni un viaggio in Italia.
Ola Amr con la startup SSTCorp intende realizzare veicoli a controllo remoto per uso civile. Con il Talents Village Mahinour Sabra vuole invece creare un sito in cui mettere in vetrina opere artistiche e d’artigianato egiziano, organizzare corsi e mostre e diffondere la creatività. È un tempio per i golosi quello che vuole aprire al Cairo Sara Khalil: il suo Choco Heaven si prefigura come un bar-ristorante dedicato esclusivamente al cioccolato. Gli altri due progetti sono nati sulla scia della crescita in Egitto del mercato del biologico e delle tecnologie mobile: Mohammed Mahmoud con il suo Healthy Food vuole avviare un’azienda bio che rifornisca negozi, catene commerciali e ospedali, mentre Ahmed Nabil con Tree vuole sviluppare app per smartphone e tablet calibrate su gusti e bisogni degli egiziani.
A Bologna i cinque futuri imprenditori avranno modo di mettere a punto i loro progetti, confrontandosi con esperti, istituzioni e società civile. Tra i diversi appuntamenti in agenda, venerdì 6 dicembre si vedranno con gli studenti americani dello Spring Hill College, mentre sabato 7 al Centro interculturale Zonarelli (dalle ore 9.30 alle 13.30) presenteranno i loro business plan a rappresentanti della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e dell’associazione di donne del Mediterraneo Anassim. Lunedì 9 l’incontro con il professor Scarpi e con un tecnico della cooperativa sociale Iusta Res per elaborare strategie di finanziamento e di e-commerce. Nella mattina di martedì 10 saranno ospiti di Incredibol, il servizio attivato dal Comune per promuovere l’imprenditorialità. Giovedì 12, la partenza dall’aeroporto Marconi.
Il progetto “Che mediterraneo sia!”, che ha previsto anche attività a supporto della microimprenditoria femminile in Tunisia e Marocco realizzate dalle ong Cospe, Cefa, Aibi e Nexus, continuerà poi sul web: una piattaforma e-learning terrà in contatto studenti e tutor, mentre un business forum favorirà lo scambio di esperienze e di consigli su innovazione e startup tra giovani egiziani e italiani.