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Carpi, terzo resoconto del Consiglio comunale di giovedì 28 novembre

Tra i temi all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 28 novembre c’era una delibera che aveva come oggetto le controdeduzioni alle riserve/osservazioni pervenute e l’approvazione definitiva della Variante urbanistica adottata nel giugno scorso al Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2013-15. In questo atto si definiva per le ex scuole Lugli di Santa Croce una possibile nuova destinazione d’uso ad edificio abitativo con giardino, per il fabbricato dell’ex Dogana di Fossoli una possibile modifica della destinazione d’uso a edificio produttivo e per l’ex istituto Vallauri di via Trento Trieste infine, ex sede anche dei Servizi sociali dell’ente locale, una destinazione d’uso che non prevedesse funzioni pubbliche. La Provincia di Modena ha inviato un’osservazione relativa proprio a quest’ultimo edificio, rilevando come questa possibilità fosse in contrasto con le normative previste per i centri storici, per quanto per un’area ridottissima, meno di un millesimo dell’intera superficie del centro di Carpi. L’architetto Attilio Palladino, dopo aver descritto la contro-deduzione della Giunta comunale, ha dunque spiegato che la stessa aveva deciso di stralciare dalla delibera sulla Variante al Piano delle alienazioni 2013-15 proprio la sede dell’ex Vallauri, mantenendo per essa la destinazione d’uso a ‘servizi per la mobilità e sedi amministrative’. Il capogruppo del PdL Roberto Andreoli ha sottolineato aprendo il dibattito come questa possibilità di modifica delle destinazioni d’uso “dovrebbe essere assicurata anche ad aziende e privati, ovviamente con regole certe. Lavoriamo per dare un segnale in questo senso, oggi altrimenti è impossibile”. E se Paolo Zironi (Pd) ha affermato dal canto suo come questa discussione sia da avviare per condividere eventuali soluzioni anche l’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha spiegato in conclusione che la motivazione per la quale l’amministrazione comunale ha messo in vendita questi immobili è perché la loro destinazione pubblica è superata. “Siamo disposti comunque a raccogliere le sollecitazioni di Andreoli per ragionare dell’argomento, magari – ha detto – nella Commissione consiliare deputata, e ponendo ovviamente dei paletti”. La delibera è stata votata da Pd, PdL, ApC, Lega nord, con l’astensione di Fratelli d’Italia.

La capogruppo di Alleanza per Carpi Giliola Pivetti ha poi presentato in aula una interpellanza firmata dal suo gruppo e relativa alle parole riportate dal settimanale Voce e pronunciate nel luglio scorso dall’amministratore delegato di Hera Maurizio Chiarini: Chiarini aveva detto che Hera non avrebbe mai acquistato il 25% di Aimag se non ci fossero state garanzie politiche sulla futura maggioranza e che, visto che l’integrazione non c’era stata, alla gara per aggiudicare la rete Hera si sarebbe presentata come concorrente di Aimag. ApC ha chiesto dunque al Sindaco cosa pensasse di queste parole; chi avrebbe fornito ad Hera la garanzie politiche menzionate, configurando il reato di turbativa d’asta in una gara pubblica; se non fosse il caso di chiedere a Chiarini di smentire queste parole e di invitare l’amministratore delegato di Hera in Consiglio comunale a spiegare come farà a fare partecipare le due aziende multiutility in conflitto d’interessi alla gara mantenendo segreta l’offerta; infine se non fosse il caso di chiedere a Chiarini di dimettersi dal cda di Aimag.

Il Sindaco Campedelli ha replicato a Pivetti spiegando che “la discussione sui servizi pubblici locali è sul tavolo da molto tempo e che dal 2004 si è aperto il dibattito tra i soci di Aimag per la ricerca di un partner dell’azienda multiutility che permettesse una visione più ampia nell’azione della stessa. Nel 2009 si è arrivati alla gara, e intanto le normative sono cambiate praticamente ogni anno. Ritengo che una regia in ambito regionale sul tema dell’utilizzo degli impianti di raccolta e smaltimento rifiuti sia molto utile, il bacino di Aimag è molto piccolo ed è difficile gestire certe problematiche. Le garanzie politiche a cui si riferisce Chiarini sono secondo me le prese di posizione dei diversi Sindaci e questa visione regionale. Hera è comunque una impresa, se pur quotata in Borsa, a capitale pubblico con un Patto di sindacato, molto più grande però di Aimag”. La gara per la distribuzione del gas, rinviata a causa del sisma, avrebbe dovuto essere svolta già nel 2013 e tra qualche anno toccherà a quelle per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti (2016) e acqua (2024). “Credo che Aimag e Hera – ha concluso il primo cittadino – dovranno andare insieme alla gara, che ha come Comune capofila Modena: teniamo anche conto che in occasione dell’incendio della Ca.Re. e del sisma dell’anno scorso Hera ci ha supportato”.

Argio Alboresi, capogruppo della Lega nord, aprendo il dibattito ha spiegato che a suo parere il Comune aveva accarezzato la volontà di vendere Aimag ad Hera “ma poi ha cambiato idea dopo i referendum di Carpi e Novi, fatti peraltro con regole da cambiare”. Roberto Benatti (PdL) ha invece affermato che Hera ed Aimag hanno sì una maggioranza controllata dalla politica “ma non credo si possa parlare al riguardo di conflitti d’interesse e reati. Che vuole fare piuttosto il Sindaco sulla gara? Con due partecipanti correlati c’è il rischio di gare farlocche, non vere e libere”. Giliola Pivetti (ApC) ha replicato dal canto suo al Sindaco che a suo parere quando Chiarini parlava di garanzie politiche intendeva dire ‘garanzie da parte dei politici’. “Come può un concorrente fare una gara vera se è correlato? Mi sembrano esplicite le parole del primo cittadino, che non ha ritenuto di chiedere le dimissioni dell’amministratore delegato”. Il Sindaco Campedelli ha infine chiesto la parola ancora una volta invitando la consigliera Pivetti “a rivolgersi alla magistratura se crede che le garanzie politiche intese da Chiarini sono quelle che lei intende. Ricordo che sono i Consigli comunali a decidere e ribadisco poi che Aimag, pur essendo una buona e sana azienda, dovrà partecipare alla prossima gara d’ambito, con Hera o con altri soggetti, perché non avrebbe i mezzi finanziari per indennizzare in caso di vittoria le reti di Sorgea o di Hera”.

 

















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