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Modena, violenza sulle donne: Pighi e Liotti scrivono al Prefetto

Miglioramento del monitoraggio, potenziamento della formazione del personale che entra in contatto con le vittime; allargamento del Tavolo tecnico alle associazioni femminili impegnate nella prevenzione. Sono i tre aspetti su cui deve puntare oggi il Tavolo tecnico contro la violenza alle donne secondo il sindaco di Modena Giorgio Pighi e la presidente del Consiglio comunale Caterina Liotti.

Nella lettera indirizzata al prefetto Michele di Bari, sindaco e presidente sottolineano l’importante “lavoro realizzato in questi sette anni dal Tavolo prefettizio per avere fatto crescere la consapevolezza sociale del fenomeno e per avere definito il percorso istituzionale di ‘presa in carico’ delle vittime di episodi di violenza, oltre che per aver affinato modalità di accoglienza e di risposta”.

“L’esperienza modenese ha fatto scuola è stata seguita da altre Prefetture, è diventata il modello a cui si ispirano anche il Decreto legge contro il femminicidio e le proposte di legge quadro contro la violenza sulle donne, a livello nazionale e regionale”, affermano Liotti e Pighi fornendo alcuni ulteriori spunti di riflessione da condividere con i soggetti appartenenti al tavolo.

Il primo riguarda la necessità di formazione più continua e diffusa per tutti coloro che entrano in contatto con le vittime, poiché “ogni donna che chiede aiuto ha il diritto di trovare personale capace di leggere i segni dei maltrattamenti e la gravità dei fatti denunciati, nonché operatori in grado di offrire risposte dettagliate sulle opportunità esistenti per uscire dai contesti familiari pericolosi”. Il secondo spunto attiene al “miglioramento del monitoraggio del fenomeno, con la raccolta e la pubblicazione on-line dei dati (denunce, accessi al pronto soccorso, accessi al centro antiviolenza, consulenze legali, ecc.). Infine, il terzo riguarda la composizione del Tavolo: “Crediamo infatti che l’efficacia del suo lavoro – spiegano Liotti e Pighi – potrebbe aumentare con l’allargamento alle associazioni delle donne impegnate sulle politiche di prevenzione del fenomeno, integrando la presenza di quelle impegnate sui servizi”.

 

















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