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Nuova assegnazione di pastori maremmani a Montebonello di Pavullo

Lupo-FarnetaDue cuccioli di pastore maremmano saranno assegnati dalla Provincia a un allevatore zootecnico di Montebonello di Pavullo per proteggere i capi bovini dell’azienda da alcuni lupi avvistati più volte in zona ma anche da cani inselvatichiti o da eventuali furti di bestiame. I cani saranno consegnati nei prossimi giorni in comodato gratuito, in collaborazione con l’Ausl. Una iniziativa analoga è già stata avviata con un allevatore di pecore cashmere di S.Michele dei Mucchietti a Sassuolo al quale la Provincia ha assegnato in estate due cuccioli di pastore maremmano.

«Stiamo ricevendo diverse richieste – spiega Luca Gozzoli, assessore provinciale alle Politiche faunistiche – da parte degli allevatori che lamentano danni da predazione. Il progetto fa parte delle iniziative a tutela dei nostri allevamenti, non solo dal lupo, ma soprattutto da altri predatori, tra cui i cani inselvatichiti o anche cani non adeguatamente custoditi dai proprietari che possono creare gravi danni agli allevamenti».

Per l’assegnazione dei maremmani la Provincia disporrà anche per il 2014 di risorse sufficienti a rispondere alle richieste degli allevatori. Per informazioni: servizio Politiche faunistiche della Provincia, via Scaglia est 15 a Modena (tel. 059 200731).)

Oltre ai maremmani, la Provincia sta sperimentando anche altri sistemi di protezione come l’impiego di particolari strisce color rosso, arancio o grigio intorno agli allevamenti per tenere i lupi lontano dal bestiame. Questo sistema, conosciuto come “metodo Fladry” è già stato testato positivamente in diversi paesi non solo europei.

Un primo esperimento è in corso in un allevamento di Selva di Serramazzoni, zona attigua a quella di Montebonello, dove nei prossimi giorni la Provincia fornirà a un allevatore anche una nuova recinzione elettrificata di protezione dei capi bovini ed equini ad integrazione del sistema Fladry attualmente già in uso.

Negli ultimi tre anni la Provincia, oltre a fornire assistenza tecnica e materiali per proteggere gli allevamenti, ha risarcito agli allevatori di ovicaprini circa 28 mila euro per i danni da predazione. Tra gli episodi di questi ultimi mesi figurano attacchi da parte di lupi ad allevamenti a Pavullo, Riolunato e a Montese (come riportato dal rapporto dell’Ausl previsto in questi casi) mentre altri avvistamenti si sono verificati quest’anno anche a Farneta di Montefiorino.

Di recente, inoltre, un allevamento di pecore a Modena è stato attaccato da alcuni cani fuggiti al proprietario; in questo caso non sarà la Provincia a risarcire, ma i padroni dei cani stessi che sono stati identificati.

 

SPECIE PROTETTA RITORNA IN APPENNINO – “SCHIVO E DIFFIDENTE, NON C’È PERICOLO PER L’UOMO”

«Non ci sono pericoli per l’uomo dovuti alla presenza del lupo, animale schivo e diffidente difficile anche solo da avvistare. Infatti in tutta Europa non sono documentati attacchi all’uomo». Lo afferma Davide Pagliai, esperto faunistico della Provincia di Modena, che da alcuni anni segue le ricerche dedicate al ritorno del lupo nell’Appennino modenese.

Dopo un’estinzione durata decenni, il lupo ha ripopolato l’Appennino modenese. Negli ultimi anni è stata individuata la presenza di alcuni nuclei nell’area alto-collinare della provincia (da Zocca a Pavullo fino a Prignano).

A questi gruppi si aggiungono altri esemplari, più difficili da quantificare, che transitano per periodi più o meno lunghi nel territorio modenese senza però insediarsi stabilmente.

E’ una specie protetta e oggetto di studi e ricerche finanziati dall’Unione europea.

«Dal punto di vista della ricchezza faunistica – spiega Pagliai – il ritorno del lupo è una buona notizia e rappresenta un segnale positivo dello stato di salute del nostro Appennino. Il lupo non è pericoloso per l’uomo e si ciba prevalentemente di caprioli e cinghiali, svolgendo quindi anche una funzione di riequilibrio faunistico. Gli assalti a ovini e caprini spesso vengono effettuati anche da cani inselvatichiti o non adeguatamente custoditi».

In altre zone italiane dove la pastorizia e maggiormente sviluppata e la presenza del lupo più consistente, l’impiego di cani addestrati alla guardia e di solide recinzioni ha migliorato la situazione. Iniziative che la Provincia sta sostenendo anche attraverso specifici contributi agli allevatori.

 

 

















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