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La nuova Pac non convince gli agricoltori modenesi

agricoltori-modena-29-11La nuova Pac al centro dell’undicesima edizione delle Giornate Agricole Modenesi. Alla Camera di Commercio di Modena si è tenuto il primo appuntamento con il ciclo di incontri rivolto agli imprenditori agricoli modenesi, per trattare un tema particolarmente importante per il settore primario: la riforma della Politica Agricola Comunitaria.

Ad aprire l’incontro, a cui hanno preso parte anche l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena Luca Gozzoli e il presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro (quest’ultimo con un videomessaggio), è stata la presidente di Confagricoltura Modena, Eugenia Bergamaschi, che ha posto l’attenzione su uno dei grandi nemici del settore agricolo, la burocrazia: «Da una prima lettura dei documenti della nuova PAC – spiega Bergamaschi – mi sono resa conto che incontreremo termini che non conosciamo, termini nuovi e difficili come greening e convergenza, ma c’è anche un vecchio vocabolo: sburocratizzazione. Una delle principali linee guida della nuova Pac è ridurre il più possibile la burocrazia. Spero che questo venga veramente applicato, perché noi imprenditori agricoli non riusciamo più a fare impresa e ad affrontare il lavoro di tutti i giorni perché ci troviamo di fronte il macigno della burocrazia, che non solo ci ostacola operativamente, ma rappresenta anche un costo monetario non più sostenibile dalle nostre aziende».

Nel corso della giornata hanno parlato Denis Pantini, direttore dell’area Agricoltura e Industria alimentare di Nomisma, e Valtiero Mazzotti, direttore generale Agricoltura Regione Emilia-Romagna, che hanno spiegato alla folta platea gli indirizzi della nuova Pac. Punto centrale della Politica Agricola Comunitaria è arrivare al 2019 con un valore dei titoli uguale per tutti i Paesi europei, pari a 300 euro per ettaro. Per le aziende sono inoltre previsti premi in base al greening (ovvero, la diversificazione delle colture), la costituzione di aree a focus ecologico e per l’assunzione di giovani under 40. Come arrivare al valore soglia, cioè partire già nel 2015 con questo valore medio o arrivarci gradualmente, lo deciderà il singolo Stato membro. Per le aziende agricole modenesi, il cui valore dei titoli attualmente si attesta sui 500 euro all’ettaro, è attesa una decurtazione di oltre il 30 per cento.

A chiudere i lavori è stato Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura: «L’impresa familiare italiana, se vengono messe a disposizione le risorse per l’innovazione, può competere con le imprese delle altre nazioni, ma le richieste devono essere le stesse per tutti, altrimenti non possono rimanere sul mercato, nemmeno coi migliori prodotti. Questa riforma della Pac deve soddisfare i bisogni di 27 Paesi europei molto diversi fra loro e questo non è possibile. La flessibilità che ha reso possibile l’ok a questa riforma rende i nostri prodotti meno competitivi nei confronti degli altri Paesi europei. Questa riforma ci obbliga a rimanere piccoli e deboli, a restare un’agricoltura marginale. Serve una strategia agricola nazionale, essere il Paese dei mille campanili non è più un valore. Di fondo c’è una visione sbagliata dell’agricoltura e in questo senso l’Expo del 2015, che potrebbe essere una opportunità, rischia di essere una grande fiera . Noi – conclude Guidi – né ci rassegniamo né ci arrendiamo, il nostro scopo è quello di continuare a lottare per il modello di agricoltura che vogliamo. Il settore agricolo non è in crisi né a livello mondiale né a livello europeo e nazionale, i trend di crescita delle produzioni sono costanti, ma per continuare a crescere dobbiamo cambiare mentalità e dobbiamo avere l’aiuto delle istituzioni».

 

















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